Il Corso è il classico antieroe. Neanche tanto classico, a dir la verità, perché non sono tanti gli autori che si scelgono come protagonista un criminale – senza troppi scrupoli ma a suo modo corretto – che però nasconde un passato imbarazzante: durante la guerra ha collaborato a Parigi con i tedeschi nella caccia ai partigiani antinazisti, più per interesse che per convinzione politica. E ora è in fuga da chi ha vinto la guerra e vorrebbe fargliela pagare a caro prezzo.
In questa Genova che ai nostri occhi sembra ricordare Beirut o Aleppo, Raul Fabiani detto il Corso si muove con circospezione perché da un momento all’altro può incontrare chi vuol fargli la pelle: non solo partigiani italiani o agenti dei servizi segreti della nuova Francia, ma anche sicari del Clan dei Marsigliesi desiderosi di mettersi in affari nella città ligure, militari sbandati che non hanno lasciato le armi e semplici balordi che tendono agguati nei carrugi del porto per guadagnarsi la giornata.
Eppure Genova fa parte del destino del Corso. E’ qui che è morto suo padre, un bandito ucciso in una sparatoria dopo una violenta rapina; ed è qui che vive l’amico di famiglia che ha salvato la vita alla madre e gli ha fatto da “zio”, se non proprio da papà. Un uomo da cui ha imparato tanto, ma che forse l’ha tradito… Qui si innesta anche il terzo livello di lettura di “Off limits”, un romanzo in chiave psicologica nel conflittuale sentimento di emulazione di Raul verso un padre che di fatto non ha conosciuto, nel rapporto ambivalente con Barba Miché, nel complicato groviglio di sentimenti e attrazione sessuale che il protagonista prova per una giovane prostituta sfruttata dal marito-pappone. E infine nella complicità forzata con un falsario francese che stava con i maquis e che il Corso, a suo tempo, ha arrestato e torturato.
«In questo romanzo tutti i protagonisti sono un po’ vittime e colpevoli», ha spiegato Daniele Cambiaso, «e tutti finiranno per pagare un prezzo altissimo. Ecco, diciamo che mi sento molto vicino a questa visione poco consolatoria, che percepisco come molto realistica. Il Corso di “Off Limits” è un delinquente, è stato un collabo, ma ci sono alcune ragioni profonde per cui è diventato ciò che è diventato. Scelte opposte compie il suo sodale-antagonista Raymond Duquesne, eppure non tutto è limpido nemmeno in lui. Sono uguali? I loro schieramenti si equivalgono? I due personaggi si assomigliano, certo. Tutti e due, per ragioni diverse, disprezzano gli idealisti di entrambi gli schieramenti, sono in sostanza degli opportunisti senza scrupoli, che occasionalmente mostrano di avere un’anima, ma proprio la distanza dai rispettivi gruppi di appartenenza ne fa due individualisti che si muovono sul proscenio della Storia».
*“Off limits” di Daniele Cambiaso (21 Edizioni, 13 euro)