Riviste. Storia in Rete: identità minacciata fra immigrati, nichilismo e (forse) ottimismo

La copertina del numero di novembre-dicembre
La copertina del numero di novembre-dicembre

Anche se la copertina del nuovo numero di “Storia in Rete” è dedicata all’eterno ritorno del mistero della fine di Hitler, il cuore di questa uscita è il problema dell’identità nazionale. Una questione angosciante, aperta da una inchiesta sul degrado del Museo della Civiltà Romana di Roma, chiuso sine die, segno che l’identità viene minata (consapevolmente o per ignavia? L’articolo prudentemente non si sbilancia) dall’interno stesso del nostro paese. Poi si passa a una delle più grosse minacce dall’esterno, quella dei flussi migratori, tutt’altro che spontanei e considerabili come vere e proprie armi di distruzione di massa, come uno scottante saggio di un’antropologa americana ha dimostrato. La nota di ottimismo viene dall’ultimo libro di Marcello Veneziani, “Lettera agli italiani”, di cui la rivista diretta da Fabio Andriola pubblica un breve estratto: per Veneziani l’Italia è stata data per morta tante volte e altrettante volte è risorta. Ce la farà anche questa volta?

Come accennato, il numero di novembre-dicembre di “Storia in Rete” dedica comunque la copertina a un evergreen del mistero storico, prendendo spunto da un nuovo documentario sulla presunta fuga di Hitler in Sudamerica, e per restare in tema, racconta le prime fasi dell’Operazione Barbarossa.

I rapporti controversi fra i tre anni della Repubblica di Vichy e la Francia contemporanea è quindi il tema successivo su cui si sofferma “Storia in Rete”, per poi concludere con il quinto e ultimo articolo dedicato allo scontro fra Italia e Austria-Ungheria, dedicato alla vittoria del 1919, trionfo pagato a caro prezzo dal Bel Paese. Infine, i giochi di guerra: dagli scacchi a Risiko, come la simulazione a tavolino diventa uno strumento per capire meglio la Storia.

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Red

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