Libri. “I non luoghi dell’inumano. Maschera e catastrofe: sulle tracce di Ernst Jünger”

jungerPubblichiamo un estratto del nuovo saggio di Manuel Rossini su Ernest Junger

Ernst Jünger (1895-1998) è una delle personalità più controverse, complesse e suggestive del pensiero e della letteratura del Novecento. Pensatore e romanziere dell’estremo, scavezzacollo dello spirito, a suo agio tanto in trincea quanto nella sua biblioteca, Jünger ha esercitato una forte fascinazione sul lettore, conducendolo oltre i consueti confini dell’“umano”, oltre quella maschera e quella catastrofe che è stato il XX secolo.Sullo sfondo di un mondo dominato dalla tecnica, dove è sempre più difficile distinguere l’artificiale dal naturale, l’umano dall’inumano, questo libro sostiene l’urgenza di una riflessione antropologica cheponga al centro della propria attenzione la condizione “umana” del nostro secolo. Una condizione che, così ci sembra, è ancora “umana” solamente per consuetudine, per abitudine linguistica e concettuale: in realtà, e Jünger lo intuì in quelle pagine apodittiche e perentorie del suo capolavoro del 1932 Der Arbeiter (Il Lavoratore), l’umano si sta approssimando ad un suo superamento oltre-umano, dove tecnica e corpo, naturalità e artificialità si fondono (fondere… un verbo che rimanda alla fucina, a questo luogo di Lavoro totale…) fino a rappresentare una nuova umanità, o meglio, “inumanità”. Il Der Arbeiter, quindi, non solo è un testo profetico, apocalittico e battistrada di una nuova antropologia “non-umana”, ma è anche l’elogio funebre dell’umanismo, inteso nella sua accezione classica e antropologica ancora in vita e diffusa nel pensiero della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX. Una morte, tuttavia, che non ha lasciato nessun testamento,né una eredità ancora spendibile: un ritorno, infatti, all’umanismo pare essere oramai inconcepibile, un qualcosa di ideologizzato e di poco onesto nei confronti del “carattere del tempo”. Nell’epoca del Lavoro (e della Guerra!) totale e della mobilitazione totale, che travolge tutto e tutti raggiungendo perfino il “pargolo nella culla”,l’“umano” è solamente una categoria vetusta e inadeguata al carattere del tempo. Il tempo è mutato, lo stesso suo computo lo è, in quanto il carattere totale della nostra epoca scandisce la giornata in ventiquattro ore di Lavoro totale. Una adeguazione antropologica, quindi, è richiesta e avanzata dalla nuova cosmologia: con l’avvento del dominio planetario del Lavoratore si impone ed esige obbedienza, si esercita una coercizione, spirituale, politica e anche fisica, assoluta, dove la libertà risiede nella “volontà di incarico” e l’individuo “libero” è sostituito, senza troppi riguardi, dal Lavoratore irreggimentato e inquadrato in schiere di altri Lavoratori. Da qui, il passo ad una considerazione biopolitica dell’essere e dell’ente…è breve. Anzi, il DerArbeiter stesso, per certi aspetti, è un libro di diagnosi biopolitica. Sempre da qui, inoltre, alla concezione di uno Stato Mondiale, quale unico organo di potere e dominio con le sembianze di un mostruoso Moloch industriale…c’è solo un altro breve passo…in realtà già compiuto: lo Stato Mondiale, di fatto, quale “categoria”, unico indice di riferimento assoluto,si è consolidato nel silenzio, rimanendo, per così dire, inosservato. Non si nota, ma si intuisce, lo si “vive”, ma (spesso) solo inconsapevolmente. È diventato, per così dire, routine, uno stato d’eccezione…che diviene stato normale.Jünger, tuttavia, nella sua produzione che va dagli anni Cinquanta in avanti, abbozza la possibilità di un riscatto, forse parziale, dell’“umano”. Quello che era un Lavoratore ritorna ad essere un individuo più uomo e meno “automa”, condei tratti, tuttavia, che lasciano ancora intuireun carattere oltrel’umano comunemente inteso: sono le figure del Waldgänger (l’imboscato) -incarnazione della resistenza contro il dominio del Leviatano tecnico e biopolitico – abbozzata nel manuale della ribellione Passaggio al bosco (1951), edell’Anarca, che vive e resiste alle dipendenze del Condor, il Tiranno di Eumeswil, la città che dà il nome all’omonimo romanzo del 1977. Sono due figure della ribellione e della consapevolezza di sé, diverse tra loro ma complementari e affini nella lotta contro il dominio coercitivo e nella sottrazione all’automatismo, segno di annichilimento della coscienza. Figure che ricordano, per alcuni aspetti, anche il partigiano di Carl Schmitt così, in una forma ancora più vicina alle intenzioni jüngeriane, l’uomo differenziato del barone Evola. In tutti questi casi abbiamo a che fare con figure sovra-umane, che resistono,usando una espressione evoliana, in piedi sulle rovine. È da qui che è necessario partire, anzi, ri-partire, dopo la catastrofe (non solo fisica, ma soprattutto morale, sociale, intellettuale e politica) dell’Occidente, in direzione di un nuovo Status dell’esistenza — con Jünger e oltre Jünger.

Indice del volume

Prefazione di Luigi Iannone

Avvertenza

Introduzione – Un autore che fa (ancora) problema

Capitolo I – La nuova unità “spazio-tempo-azione”

Capitolo II – Il potenziale della ribellione e la resistenza

Capitolo III – Spartakus e la rivolta: Furio Jesi ed Ernst Jünger

Conclusione – Attualità di Jünger e inattualità del (nostro) tempo

Poscritto – Democrazia, nuovi media ed “estetica” dell’inutile

Bibliografia

*Manuel Rossini(Jesi 1979) è docente incaricato di filosofia presso il Philosophisches Seminar e il SoziologischesInstitutdell’Albert Ludwigs Universität di Freiburg i. Br. (Germania).Membro della HelmuthPlessnerGesellschaft tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Karl Löwith: la questione antropologica. Analisi e prospettive sulla “Menschenfrage” (Armando Editore, 2009); e con Luca Montanari L’ambivalenza della modernità. Karl Löwith, Rudolf Bultmann e i fondamenti cristiani dell’Occidente (Trauben, 2014). Ha curato il carteggio tra Karl Löwith e Leo Strauss, Oltre Itaca. La filosofia come emigrazione. Carteggio 1932-1971 (Carocci, 2012), pubblicato saggi, recensioni e traduzioni in varie riviste internazionali.

*I non luoghi dell’inumano. Maschera e catastrofe: sulle tracce di Ernst Jünger, p128, euro 10, Ombre corte

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Manuel Rossini*

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