Sport. Il (doppio) errore sull’inno e la lezione di patriottismo delle ginnaste russe

mamunL’Ansa ha prudentemente ridotto la notizia a un laconico “Gaffe ai campionati di ginnastica. Per due volte l’inno è sbagliato, l’atleta se lo canta da sola”. Nessun riferimento al fatto che l’inno è quello russo e che l’atleta – Margarita   Mamun – proviene dall’“Impero del Male” di Putin. Lo si evince solo dal commento dei cronisti di RaiSport 1 Andrea Fusco e Isabella Zunino Reggio, che in diretta notano la tremenda gaffe degli organizzatori del campionato di ginnastica a Stoccarda. Mentre le bandiere delle vincitrici si alzano dietro il podio (due russe e una ucraina) parte l’inno nazionale sbagliato. La Mamun esprime rammarico. La cerimonia viene ripetuta, ma ancora una volta parte il motivo sbagliato, il vecchio inno nazionale russo in uso fra 1991 e 2000 e sostituito con l’attuale, “Rossija, svjaščennaja naša deržava” (“Russia, il nostro sacro paese”), sulle note del famosissimo inno nazionale dell’Unione Sovietica.

Durante la diretta Rai ai commentatori cadono le braccia: “non è possibile che in Germania non sanno qual è l’inno russo… Non hanno l’inno russo?” “No, ce l’hanno per forza altrimenti succede un incidente diplomatico…”. E invece la frittata è fatta, e nell’errore perseverano pure. A quel punto la Mamun si gira verso il pubblico e assieme ai suoi supporter inizia a cantare l’inno nazionale russo, sovrastando con la voce gli altoparlanti in una toccante prova di patriottismo. “Bellissimo”, commenta in diretta la Zunino Reggio.

L’incidente non viene ripreso granché dalla stampa mondiale ma quei pochi che lo notano aggiungono che proprio il giorno prima, l’8 settembre, alla coppa del mondo di lotta di Las Vegas, è successa la medesima gaffe durante la cerimonia di premiazione per la medaglia d’oro categoria lotta greco-romana 75 kg all’atleta russo Roman Vlasov.

Ma a differenza del sorriso composto delle bellissime e delicate Mamun e della sua collega Soldatova (argento), Vlasov ha reagito con il disappunto e il cipiglio che ci si aspetta da un lottatore, chiedendo di interrompere la cerimonia: meglio non contraddirlo…

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Emanuele Mastrangelo

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