Calcio. Autarchia canaglia, l’Algeria vieta gli stranieri in campionato

Tifosi dell'Algeri in festa
Tifosi dell’Algeri in festa

L’autarchia canaglia sbarca nel pallone, fa capolino sul lato berbero del Mediterraneo. La federazione calcistica dell’Algeria ha vietato – a tutte le squadre professionistiche – l’acquisto di calciatori stranieri. Chi ha già forestieri in rosa se li tenga pure: solo a loro, già pedatori in terra d’Algeri, sarà concesso l’onore di battersi nelle arene sabbiose del Nordafrica.

Non c’entrano sanzioni internazionali ma s’impongono le più prosaiche ragioni dei denari. Dicono, alla federazione, che il calcio algerino è prostrato dalla crisi e rischia di scomparire per travolgente fallimento e rumorosa bancarotta. Soldi non ce ne sono, ergo si va avanti con quel che c’è in casa. E dire che comunque l’Algeria qualche talentuccio qua e là lo può orgogliosamente vantare. A riprova i bei successi della rappresentativa nazionale che, ai mondiali brasiliani, s’è dovuta arrendere – con l’onore dei tempi supplementari – soltanto alla gloriosa Mannschaft d’Oltralpe.

In Algeria, di stranieri famosissimi non è che ce ne fossero stati tanti. Niente sceicchi e nessun faraone ha mai voluto spendere più di tanto. Tra gli ultimi guru Nicolas Anelka, fino allo scorso anno, ha calcato il suolo berbero. Menando fendenti, da dirigente, e schiaffoni.

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