Calcio. Baci rubati e mani scostumate: eros e pallone prima di Jara-Cavani

Il duello Jara-Cavani
Il duello Jara-Cavani

Non sappiamo ancora chi vincerà questa Copa America ma un’immagine, certamente, resterà negli occhi di tutti: il dito audace del cileno Gonzalo Jara che si fa strada tra le natiche del candido Matador uruguagio Edinson Cavani. Mentre infuria un caso che sarebbe sfociato in una guerra guerreggiata se solo non ci fosse stato il Brasile di mezzo (geograficamente parlando, chiaro), intanto che il ct della Roja Sampaoli imbottisce di bistecche i suoi in vista della finalissima contro la lanciatissima Argentina, nel resto del mondo pallonaro non succede niente di che e perciò, nonostante qualche giorno sia passato, il caso Jara-Cavani (si romba di denunce e si rimbomba di esposti federali) resta in cima all’ordine del giorno. Anche perchè tornano alla mente vecchi e lussuriosi eroi, feroci e viziosi saracini, tamburelli che una volta tanto furono tambureggiati.

Rachid Neqrouz è stato un buon difensore ai tempi del Bari in Serie A, quello di Eugenio Fascetti. Se Antonio Cassano faceva girar la testa a San Siro, lui doveva contenere le folate dell’Inter scossa e domata; se Gianluca Zambrotta faceva quel che voleva sulla fascia, a lui toccava presidiare la linea centrale di difesa; se Nicola Ventola (il calciatore preferito di Erick Thohir) tagliava le Maginot avversarie, Neqrouz doveva badare a che nessuno tagliasse quella pugliese. Testa matta, sicuramente. E perciò naturalmente carismatico, quindi inevitabilmente diventò una bandiera del(la) Bari. Passerà alla storia, però, per il suo intenso flirt con Pippo Inzaghi che ancora faceva il bomber della Juve.

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Vinnie Jones è l’enciclopedia del Male. Rappresenta l’ineguagliato Alex DeLarge in calzoncini e scarpette chiodate. Nella lunghissima e fantasiosa lista dell’ex difensore inglese, ovviamente, non mancano falli ambigui, fastidiosi, molesti. A farne le spese fu niente-poco-di-meno-che Paul Gascoigne, un’altra testa gloriosa, che Dio ce lo conservi così per altri cento anni. La foto del fattaccio è diventata storica, leggendaria: Vinnie stringe i denti e contemporaneamente le dita in morsa sullo scroto dell’attonito Gazza che se ne esce, inconsapevolmente, con una delle sue smorfie più iconiche di sempre.

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Mai come quella volta non c’entrava niente. Eppure si vide sventolare davanti agli occhi il cartellino giallo. Mai ammonizione fu più ingiusta. A carico di uno che, come Zlatan Ibrahimovic, non è simpatico (forse) manco a sua madre. Era appena arrivato a Parigi e il Psg se la giocava contro il piccolo Nizza. Tutto accadde subito dopo una mischia, subito dopo uno stupido calcio d’angolo terminato a palla ferma per gli ospiti nizzardi. Ibra, lucido di sudore, attacca la difesa a gioco stoppato. Lui, Civelli, si fa coraggio. Fa da scudo umano al pallone e poi, au claire de la lune de Paris, gli ruba un bacio stampandogli le labbra sul collo attonito. Ammonito anche lui. Ingiustamente, in fondo.

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Giovanni Vasso

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