Le indagini
L’operazione coordinata dalla Procura di Catania si chiama i “Treni del gol”, ed è stata condotta dagli agenti della Digos che si sono avvalsi anche del supporto di intercettazioni telefoniche. Alle indagini hanno partecipato anche il personale delle Digos di Roma, Chieti e Campobasso e del Compartimento della Polizia Postale di Catania. L’indagine è nata (paradossalmente) da una denuncia del presidente del Catania che era preoccupato per la sua incolumità fisica. In quell’occasione il club aveva diramato un comunicato che tirava in ballo, in qualche modo, il ruolo della tifoseria e del clima di aperta contestazione contro i vertici societari. Ipotesi che ad oggi crolla totalmente sotto il profilo morale.
Le circostanze
Secondo quanto fa sapere la Procura della Repubblica etnea, “l’origine dell’associazione per delinquere può verosimilmente farsi risalire al mese di marzo 2015, allorquando, in considerazione della difficile situazione in classifica del campionato di Serie B, a seguito della sconfitta in esterna con la Vurtus Entella, in piena zona retrocessione, i vertici della società decidevano di attivarsi e prendere contatto con gli altri indagati per realizzare una serie indeterminata di delitti di frode sportiva”. L’attività d’indagine ha evidenziato, inoltre, l’esistenza di un vincolo associativo stabile tra gli indagati. Accertata e filmata in tre casi la consegna di denaro. Pablo Cosentino affiancava Pulvirenti offrendo la somma di 10 mila euro a calciatore.
Gli indagati
I match sospetti
Varese – Catania, del 2 aprile 2015, terminata col il risultato di 0-3; Catania Trapani, disputata l’11 aprile e conclusa con il risultato di 4-1; Latina – Catania 1-2, giocata il 19 aprile; Catania – Ternana del 24 aprile, finale 2-0; Catania – Livorno del 2 maggio, conclusa 1-1. Sotto verifica c’è pure il match in casa con l’Avellino e terminato con il risultato di 1-0.
La difesa di Pulvirenti
La replica del Presidente del Calcio Catania. “Pulvirenti è estraneo alle accuse contestate e d è certo di potere dimostrare la totale estraneità ai fatti”. La posizione del patron etneo arriva attraverso il suo avvocato, il professore Giovanni Grasso, che intanto esprime “massima fiducia nella magistratura”.
Le reazioni in Lega
“La prima reazione è sicuramente un grande dolore, perché lavoriamo ogni giorno per rendere comunque credibile e per aumentare la reputazione del nostro contesto, quindi questa è una notizia che ci lascia sgomenti”. Così il presidente della Lega di Serie B, Andrea Abodi, in merito all’inchiesta in corso. “Bisogna reagire immediatamente – ha spiegato il numero uno dei cadetti – e continuare il nostro lavoro, l’impegno verrà ulteriormente moltiplicato. Mi auguro che le cose vengano chiarite, che si sappia la verità il prima possibile e che comunque, di fronte a certi fenomeni, la risposta in caso di conferma sia dura, e faccia capire che il nostro mondo non è disposto ad accettare nessun tipo di accomodamento o accordo – ha concluso Abodi – che mortifichi il campo e il valore sportivo di una competizione”.
Cosa rischia il Catania
Si va dalla penalizzazione di uno o più punti in classifica alla retrocessione all’ultimo posto o l’esclusione dal campionato di competenza. Il Catania potrebbe ripartire quindi dalla Lega Pro con una nuova dirigenza e proprietà. La radiazione è la pena più severa prevista dai regolamenti per i dirigenti accusati.