Calcio. C’era una volta il mercato: dai campioni ai magistrati, le estati grame del pallone

adolfo celi giudiceHo sempre preferito l’estate all’inverno. Calcisticamente parlando ancora di più. C’era un solo periodo dell’anno in cui da ragazzino acquistavo i quotidiani sportivi. Iniziava a metà giugno e finiva grossomodo all’inizio di settembre. Quello sì che era un periodo stupendo, per dirla con Vasco Rossi. Era il tempo di “grandi sogni” in cui “erano vere anche le utopie”. Il mercato, l’arrivo dei campioni, le trattative. Le spiate, i sospetti, le delazioni. Gli annunci, le promesse, i fax. Le visite mediche, i sogni infranti e quelli promessi. Miliardi, miliardi, miliardi. Ora che il calcio è diventato moderno e povero anche l’estate è cambiata. Non è più l’Ata Hotel Executive il centro del mondo. Lo sono i tribunali, le Procure (sportive e non), gli studi degli avvocati (penalisti).

Senza discettare sul merito, senza entrare nei fatti e senza voler esprimere alcuna opinione di sorta, le notizie più cliccate – a fine campionato – non riguardano Khedira, il futuro di Tevez o il nuovo talento lappone scovato in Tanzania dagli emissari dell’Udinese. Ma hanno la forma squadrata del faldone e puzzano dell’inchiostro di toner sbiadito. Riguardano – per esempio –  Claudio Lotito, indagato a Napoli per una presunta tentata estorsione ai danni di alcune società di terza serie. E Antonio Cassano che fa parlare di sè più per il fatto di essere stato accusato di frode fiscale dalla Procura di Roma che per un suo eventuale ritorno in campo, magari alla Samp. Non mancano all’elenco i grandi talenti internazionali, come il brasileiro Neymar indagato (con il padre) per evasione fiscale a Santos, in Brasile.

Questo, ovviamente, per tacere dell’ennesimo calcioscommesse (nelle serie minori, a quanto pare, alcuni calciatori sostituiscono gli stipendi mai percepiti da società fantasma combinando le partite).

Stendere bisogna, per carità di patria, un lenzuolone pietoso sulle miriadi di cause civili e fallimentari in corso, in ogni angolo d’Italia. Tutti parlano del Parma, poi ogni regione e provincia ha il suo  club che rischia di non iscriversi al campionato.

Praticamente, in estate, la Domenica Sportiva potrebbe essere sostituita tranquillamente da “Un Giorno in Pretura”. Nessuno, oggi, si accorgerebbe della differenza. Manco la mitica Roberta Petrelluzzi.

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Giovanni Vasso

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