I due interlocutori – Bersani e Lombardi – non comunicavano con lo stesso linguaggio. La rottura attuata dai grillini è conseguenziale al voto di protesta raccolto, una chiusura netta ai riti della democrazia parlamentare che finora non ha fatto demordere Bersani e i democratici dal proseguire l’opera di seduzione nei confronti dei parlamentari-cittadini.
Tra le parole brusche e irrituali della Lombardi e il bersanese c’è tutta la rappresentazione di un’Italia che non possiede ancora un codice politico condiviso per uscire dalle sabbie mobili nelle quali il paese di trova. E così, se la stagione dei tecnici può dirsi archiviata, non c’è ancora un nuovo inizio.
L’appeal dei vecchi partiti è ridotto ai minimi storici e il tandem Lombardi-Crimi può sbertucciare, come in una pellicola di Mario Monicelli, non Bersani in quanto aspirante premier, ma una intera storia politica – che affonda nel comunismo italiano e nel pensiero democratico cristiano – che è confluita nel Partito democratico. In questa beffa c’è tutto il limite del grillismo, bruciante istantanea di un paese che non riesce a trovare la forza per rimanere in piedi tra le rovine.
@waldganger2000