Il caso. Il rapporto controverso tra Battiato, la destra e le donne: un amore (in)finito?

Franco_Battiato_5L’altro giorno Franco Battiato ce l’aveva con quelli di destra, definendoli «disumani». Finito il tempo quando egli era ritenuto della medesima combriccola, non si sa bene se perché eretico a causa del disimpegno, a causa dello spiritualismo o per entrambi. Sta di fatto che non amava il materialismo storico e cantava della patria abusata dal potere. Tanto bastava in anni passati per essere di destra. Poi, la destra ci fece vergognare di qualcosa (più di una), e Battiato scese pubblicamente da quella barca, sulla quale altrettanto pubblicamente non era mai salito. Ne ha dette altre negli anni, compresa la minaccia di lasciare Catania se avesse vinto il centrodestra.  Essendo ormai parte integrante della bella società, assessore ‘alle meccaniche celesti’ di un governo per un verso guidato da un presidente molto ‘stampagenico’, e per l’altro sostenuto da quel M5S, oggi così corteggiato a sinistra, la ramanzina sui valori fondanti della Repubblica antifascista gli è stata risparmiata.

Convinto di poter sparare e non pagare, ne ha detta un’altra delle sue, ma mutando soggetto. Ecco, il soggetto ha fatto la differenza. Perché questa volta Battiato ha preso di mira le donne, le parlamentari soprattutto, e lo ha fatto apostrofandole in perfetto italiano dando loro delle «donne dai costumi molto più che facili» (l’eufemismo è di chi, non conoscendo il sanscrito per una sommaria traduzione, non vuole tuttavia esprimersi col linguaggio aulico del profeta siciliano).

Tra un giramento di meccanismi stellari e un concerto, il povero Battiato non s’è accorto – egli così modaiolo – che la storia è cambiata; che in parlamento ci sono più donne di sinistra che di destra, e che se un governo avremo, sarà certamente di spiccata moralità e competenza. Inutile il suo maldestro tentativo di rivoltare la frittata verso i lontani lidi del passato berlusconiano. La signora presidente della Camera ha tenuto un discorso duro, e pare sia intenzionato a fare altrettanto il presidente del Senato. Tace ancora Crocetta, sempre così loquace.

Finirà così, dunque, la non tanto promettente carriera dell’assessore cantautore? Difficile dirlo. Rimane il fatto, però, che Battiato è l’ennesimo “tecnico” di cui non sentiremo la mancanza. L’ennesimo che ci fa rimpiangere – quanto ancora dovrà durare questa notte? – un avvilente ma non lontano passato. Quando un arzillo signore si mostrava sporcaccione al mondo intero, ma non villano.

Antonio Giovanni Pesce

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