Ora a riflettere sul tema è anche Luca Negri con Il ritorno del Guerin Meschino. Appunti per comprendere il nuovo Medioevo (Lindau, pagg. 120, euro 13). Lo spunto di partenza è la splendida favola, un vero tormentone pop derivato dalle chansons de geste, messa su carta per la prima volta dal menestrello Andrea di Jacopo da Barberino (1370 circa – 1432). Il Guerin Meschino infatti, non è stato solo un enorme e duraturo successo editoriale (che ha fornito un’infinità di spunti a Pulci, Ariosto e Boiardo): è stato anche una sintesi delle idee del Medioevo. Tra le sue pagine: la ricerca dell’identità, la conoscenza esoterica e sibillina, la necessità di passare dalla carne e dai suoi misteri per giungere all’elevazione spirituale, il culto per il viaggio e l’avventura, l’inevitabile catarsi finale.
Da ognuna di queste linee gnostiche, così diverse dalla fredda conoscenza illuministica, Luca Negri deriva ragionamenti sull’oggi e su quegli intellettuali che hanno rifiutato il materialismo d’accatto o la tecnocrazia bieca. Ecco sfilare le riflessioni sulla modernità di Jünger, di Florenskij, di Nikolaj Berdajev (quasi profetico con il suo Nuovo Medioevo), di Drieu La Rochelle e di tanti altri ancora. Ed ecco anche le riflessioni di quegli storici che ci hanno raccontato un Medioevo vivo o anche un Medioevo del diritto (la definizione è del giurista Paolo Prodi). E se Negri non nasconde mai le radici profondamente cristiane che animano il suo ragionare, gli spunti che regala sono per tutti. Perché il suo sogno medievale non è mai retrivo, o anche soltanto di parte. Semmai libertario e incentrato su un’idea di unità e coerenza forse irrealizzabile, ma che resta splendida chimera. Quasi riflesso della città di Dio agostiniana. (da Il Giornale del 20 marzo 2013)
*Il ritorno del Guerin Meschino. Appunti per comprendere il nuovo Medioevo di Luca Negri (Lindau, pagg. 120, euro 13)