Tennis. Foro Italico, la bellezza vince a metà: Sharapova riscatta la sfiga di Federer

Maria-sharapova-tennis-queen-hd-wallpapers-top-new-best-images-of-maria-sharapova-free-downloadPeggio di Rafa Nadal c’é solo la Suarez Navarro. E, dunque, gli Internazionali BNL d’Italia di quest’anno sono una liberazione, una boccata di ossigeno. Se è vero che i tennisti a Roma si sentono in dovere di fare del loro tennis un momento estetico, così dice sua Maestà Roger Federer in una recente intervista, non si poteva vedere, proprio in virtù dell’estetica, una come la Suarez Navarro vincere al Foro Italico. Maria Sharapova, bella e russa, alta e perfetta, di stile e di coscia, dopo aver sofferto un set e mezzo sotto le malie della gollum delle Canarie, l’ha ricondotta dentro al suo girone di arrotina con tanto di grammofono per il servizio di affilatura dei coltelli.

La festa, quella estetica, poteva essere ancora più ricca poi, appena qualche ora dopo la vittoria della Sharapova, se solo il fato fosse stato meno fituso con Federer nella finale maschile.

Tutto si è compiuto nel nono gioco del primo set. Le parche se ne sono scese da uno di quei marmi del Foro per farsi beffa del più forte di tutti. Un capriccio è stato. Per far dispetto a tutto il pubblico che voleva sul podio più alto Federer e non Djokovic. Alcuni volevano Federer vincente, anche solo per una questione di statistica, perché lo svizzero, a Roma, non aveva mai vinto. E però niente. Dentro a un soffio di vento, se ne è andato punto e set. E da quel momento, non c’è stato più niente da fare. Come se lui, Federer, caro agli Dei, avesse compreso il suo destino è si fosse adeguato. La migliore finale, quella maschile, lo è stata comunque. Perché Djokovic, dopo Federer, è il meglio che possa capitare. Specie sulla terra, superficie dove questo tennis, dalla terza posizione in giù del ranking è appannaggio di loschi figuri replicanti come Ferrer e Nishikori che nella fonetica tutta sicula, a vederlo giocare, fa proprio uscire il cuore dalla casuzza. E non c’è ne voglia il suo coach mangia banane che ha vinto a colpi di palle battute di sotto. Parlo di Chang che rappresenta ora il pittoresco del giapponesismo alla Miyagi trasferito dal Karate al Tennis.

Non si vede, nel circus, nessuno che possa sostituire Djokovic e Federer. Nessuno con classe sufficiente per fare bello questo sport e animare una bella competizione lì, in cima al ranking, possibilmente allargata a più attori. Dimitrov è troppo discontinuo. Murray che pure, dopo la cura Lendl e la vittoria a Wimbledon, sembrava indirizzato a entrare in competizione con i primissimi, pare non avere la tenuta mentale necessaria. Stesso discorso per Wawrinka, sebbene Stan esteticamente sa essere superbo. Interprete di un tennis classicissimo con quel rovescio a una mano con cui – giusto venerdì – ha matato proprio Rafa Nadal. Quei suoi rovesci lungolinea a tutto braccio, senza nessun freno, mettono in pace il tennis con la sua storia malgrado il vilipendio che ne fanno gente come Raonic, come quei tennisti francesi buoni solo per vincersi – me la canto e me la suono – i tornei di Nizza e Montpellier. Malgrado un Berdych l’eterna promessa caro al sistema di assegnazione dei punteggi, strampalato anche lui, che lo tiene sempre in alto in classifica senza che lui il ceco vinca mai qualcosa di importante.

Infine quanto agli italiani, il loro rendimento è peggio di un elettrocardiogramma. Che in effetti è strumento passivo che il cuore non lo stimola, né lo scalda. Tant’è.

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Michele Fronterrè

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