Calcio tedesco. La stampa invoca il Trap per risollevare il Bayern

Giovanni Trapattoni
Giovanni Trapattoni

Se Guardiola avesse lasciato un po’ da parte il tiki taka per ispirarsi più al gioco di Trapattoni, il Bayern avrebbe ancora grosse chances di arrivare in finale di Champions League e magari il futuro del catalano a Monaco sarebbe ancora molto lungo. È questo il succo di un paio di articoli apparsi in Germania negli ultimi giorni, che lodavano lo spirito del Trap e mettevano in discussione la panchina di Guardiola, considerato fino ad una settimana prima praticamente intoccabile. “Tutto il mondo è paese”, sostiene un nostro detto popolare. Credevamo francamente che l’arte di improvvisarsi allenatori, direttori sportivi, tifosi e calciatori allo stesso tempo fosse una prerogativa tutta nostra, e invece ci sbagliavamo.

Campanelli d’allarme. A mettere in discussione il  futuro tedesco del maestro del tiki taka sono state le quattro sconfitte consecutive, che a Monaco non si vedevano da tempo. L’ultima, sabato pomeriggio tra le mura amiche dell’Allianz Arena nel derby bavarese contro l’Aquisgrana (o Augsburg, per attenerci alla lingua), è arrivata senza neanche fare turnover, eccezion fatta che per Neuer. Poco male, il Bayern ha già vinto aritmeticamente il Deutsche Meisterschale e la sconfitta in fondo è indolore. Come è indolore anche quella del turno precedente della Bundesliga contro il Bayer Leverkusen.

Ciò che sta facendo scricchiolare e non poco la panchina di Guardiola, però, è l’andamento nelle coppe. Il sogno di ripetere il triplete, cullato fino a due settimane fa, è stato infranto dal Borussia Dortmund in semifinale di coppa di Germania. E anche la finale berlinese di Champions League ora rischia seriamente di saltare, dopo che il Bayern è stato strapazzato per 3-0 al Camp Nou proprio dagli ex allievi del maestro catalano.

Il Trap. Proprio dopo la pesante sconfitta patita a Barcellona, sul giornale Süddeutsche Zeitung e su altri organi di stampa locali sono cominciate a fioccare critiche all’atteggiamento di Guardiola e della squadra, messo a paragone con l’atteggiamento e lo spirito di un altro mito passato per Monaco : Giovanni Trapattoni. A dire il vero, più che di critiche si può parlare di riflessioni, al contrario di quanto siamo abituati qui da noi, in cui si sbraita e si attacca duramente tirando fuori dal cilindro soluzioni facili quanto banali. In ogni caso, veniva lodato lo spirito prudente ma al tempo stesso battagliero tipico del Trap, soprattutto in relazione alla partita di Barcellona, affrontata da Pep in maniera disastrosa : non fermare il gioco dei blaugrana, rispondendo al loro tiki taka con un altro tiki taka, senza nemmeno avere i giusti interpreti, è stato visto come un suicidio. Molto meglio il catenaccio italiano (chiaramente i luoghi comuni non possono mancare mai), poco spettacolare ma prudente ed efficace, che quantomeno avrebbe già permesso di sentire l’odore dei currywurst delle strade di Berlino.

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Per non parlare poi della gestione dello spogliatoio, che secondo i media di Baviera sarebbe non proprio sereno. Giovannino da Cusano Milanino c’è passato ai tempi di Elber, Mario Basler, Scholl (gli ultimi due considerati quasi dei lavativi, nonostante le doti tecniche indiscusse), e soprattutto il mitico Strunz, di cui ricordiamo il cognome urlato ripetutamente in una conferenza stampa passata poi alla storia.

Trapattoni però, al contrario di Guardiola, non ebbe molta fortuna in Germania, nonostante il curriculum pazzesco. Il problema di farsi capire dai suoi giocatori, oltre ad uno spogliatoio viziato e decadente, si rivelò insormontabile, ma ciò nonostante in Germania è ancora ricordato come uno dei migliori tecnici mai passati dalla Bundesliga. Le vittorie e l’adattamento alla lingua per Guardiola, invece, non sono risultate essere un problema. Magari è un problema di conferenze stampa : che manchi lo Strunz della situazione?

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Michele Mannarella

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