Calcio. Salernitana, Novara e Teramo: tre favole per la prossima serie B

Salernitana-Casertana: la curva granata
Salernitana-Casertana: la curva granata

Una corazzata di passione, un ritorno sofferto, una prima volta che non si scorda mai. All’arrembaggio della prossima serie B c’è un triangolo da sogni a occhi aperti. Salernitana, Novara e Teramo: le tre formazioni promosse direttamente dai tre gironi infernali della nuova Lega pro disegnano un triangolo che da Nord a Sud, passando per il Centro Italia, racconta la passione di tre piazze abituate a lottare in periferia ma innamorate folli delle proprie squadre. Dimostrando come l’entusiasmo e l’attaccamento ai colori siano ancora (per fortuna) cifre caratteristiche di un calcio in cui (non sempre) vincono i più ricchi o i più forti.

La Salernitana ha stravinto un campionato – il più difficile dei tre, visto il girone infernale del Sud – vissuto con il piglio della grande squadra. Difesa impenetrabile, tanta classe in mezzo al campo e davanti, una società solida che, nelle mani del tanto vituperato Lotito e del cognato Mezzaroma, ha riportato il cavalluccio marino in serie B dopo il fallimento del 2011 e l’abisso dei Dilettanti, con tre promozioni in quattro anni. Trascinati da un pubblico ch’è merce rara e che supera, come media presenze, gli stadi di mezza serie A, i granata di Salerno si sono presi la soddisfazione, a promozione già avvenuta e davanti a 22mila spettatori, di non consentire ai cugini casertani di accedere ai play off, dando spettacolo con una coreografia ripresa persino da L’Equipe. Roba da stropicciarsi gli occhi.

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A Novara la speranza non è mai venuta meno. Neanche dopo la mancata riammissione in serie B, neppure dopo gli otto punti di penalizzazione, poi ridotti a tre, inflitti a inizio stagione. La truppa azzurra ha strappato il biglietto per i cadetti con un finale al cardiopalma: i piemontesi hanno vinto a Lumezzane con un gol di Corazza a nove minuti dalla fine, raggiungendo in vetta lo sfortunato Bassano e superandolo solo per il vantaggio negli scontri diretti. Della serie: mancava solo Hannibal Lecter e si poteva girare un thriller da sbancare il botteghino. Ora si può sognare di ritornare a San Siro in diecimila, come qualche anno fa. Silvio Piola sorride dall’alto: qualcuno, lassù, deve per forza amare il Novara.

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E il Teramo? In terra abruzzese la serie B non l’hanno mai vista neanche col cannocchiale, nonostante i 102 anni di storia. Eppure basta pensare alla spedizione dei mille arrivati a Savona per la vittoria che ha segnato una promozione impensabile per comprendere quanto dal campo alla città la gioia sia inarrestabile. Nell’ultima in casa i biancorossi hanno pareggiato con la rivale Ascoli, che ha conteso il primato agli abruzzesi per buona parte della stagione. Con Virtus Lanciano e Pescara, strascichi di stagione permettendo, l’Abruzzo avrà per la prima volta tre formazioni in serie B.

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Ora le tre favole finiranno per incrociarsi in un antipasto di serie B, nell’ultimo capitolo di una stagione da incorniciare. Sabato partirà, con Novara-Salernitana, la Supercoppa di Lega Pro. Comunque andrà, sarà un successo. Squadre più blasonate e nobili decadute tra i cadetti sono avvisate: l’anno prossimo arriva un triangolo speciale, tutto passione e sacrificio. Perché se tifi per squadre come queste, sai che le delusioni saranno più delle gioie, le illusioni maggiori dei risultati. Ma quando si taglia un traguardo, la vittoria ha un sapore speciale.

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Mario De Fazio

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