Roma. 180 mila firme contro l’ideologia gender e domenica si marcia per la vita

Due manifestanti di Manif in piazza a Parigi
Due manifestanti di Manif in piazza a Parigi

La petizione contro l’educazione gender nelle scuole sembra andata a buon fine e gli organizzatori hanno consegnato al Quirinale, raccolte in tutta Italia, con il supporto di 41 associazioni. L’intento è quello di chiedere al Presidente Mattarella di vigilare sulla diffusione delle modalità educative legate all’ideologia gender, che hanno creato scandali abbastanza noti in varie zone del paese, come quello del Gioco dell’Amicizia di Trieste.

Le associazioni, nel comunicato di presentazione, dichiarano, a proposito dell’educazione affettiva nelle scuole che “attualmente i progetti educativi in questo ambito vengono spesso presentati richiamando l’esigenza di “lottare contro la discriminazione. L’intento in sé potrebbe essere lodevole se ciò significasse educare gli studenti a rispettare ogni persona e a non rendere nessuno, a causa delle proprie condizioni personali (disabilità, obesità, razza, religione, tendenze affettive, ecc.), oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste. In realtà il concetto generico di “non discriminazione” nasconde molto spessola negazione della naturale differenza sessuale e la sua riduzione ad un fenomeno culturale che si presume obsoleto”.

Esponenti Pro Vita

Le firme sono state consegnate dal presidente di Pro Vita Onlus, Toni Brandi, personaggio molto attivo anche nell’ambito Pro Life, che sarà presente assieme alla sua associazione e a molte delle promotrici della raccolta firme, alla Marcia per la Vita di domenica 10 Maggio, l’evento annuale che si svolge a Roma per sensibilizzare la popolazione contro l’aborto, l’eutanasia, l’utero in affitto e tutte quelle  azioni che per gli organizzatori sono attentati alla Vita. L’evento è internazionale e si svolge ogni anno in varie parti del mondo, fra cui anche gli Stati Uniti.

Redazione

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