Libri. “Il feroce saracino” di Buttafuoco per demistificare l’islam visto da Occidente

Pietrangelo ButtafuocoPietrangelo Buttafuoco è un grande costruttore di tentativi. Ha una scrittura profonda, dei pensieri che vengono da lontano e mai una visione banale delle cose. Con ironia, forza e disparità prova a spiegare gli eventi, a sovvertire i luoghi comuni del giornalismo e della storia, e, negli anni, ha guadagnato una credibilità enorme nonostante abbia sempre occupato – per scelta e non per calcolo – posizioni che per brevità diremo scomode. Ha una identità chiara che non regola in funzione del potere di turno. Buttafuoco ama stupire prima ancora di convincere, e ci riesce sempre, complice una rotondità di ragionamento che gli viene dalla filosofia prima che dalla politica. Ora con “Il feroce Saracino” (Bompiani), analizza il nostro rapporto con l’Islam, partendo dall’ironia di Totò e Carosone, smonta gli equivoci che si sono creati dall’Undici settembre in poi, prova a spiegare cosa è successo e sta succedendo in Siria – le pagine sui mangiatori di fegato, sono tra le più belle e tra le maggiori omissioni di questi anni – racconta la Francia di Dominique Venner e il suo suicidio a Notre-Dame e della strage di “Charlie Hebdo” focalizzandosi su quello che accadde fuori dal giornale: un musulmano che spara ad un altro musulmano; e ne fa la sintesi del suo ragionamento: la rabbia è araba non musulmana, il problema è politico non religioso, generando nel lettore, dubbi e domande. Con la solita eleganza Buttafuoco apparecchia temi che sono nodi irrisolti dell’Europa e del mondo, con il limite, però, di non riuscire a immaginare una società senza Dio. La versione di Buttafuoco è affascinante, perché appartiene a un uomo che ci racconta la profondità, il romanticismo, l’estetica e la poesia dell’Islam, come pochi, almeno fino a quando non si augura un’Europa islamica, lì, le nostre strade si dividono. E non tanto per paura quando per un diverso modo di declinare l’abusatissimo concetto di libertà.

È un libro importante, anche se non tiene affatto conto di Samuel Huntington, che nel suo “The Clash of Civilizations” evoca il sorgere di guerre “fermentate dal basso”, in un disordine mondiale permanente lungo linee di faglia tribali-culturali. “Il feroce Saracino”, può essere considerato il primo manifesto italiano che prova a demistificare l’Islam, in anni di pregiudizi e bugie. (da Il Mattino)

* Il feroce saracino di Pietrangelo Buttafuoco, Bompiani

La copertina del libro

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Marco Ciriello

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