Calcio. Il vicepresidente italiano del Borussia Dortmund che tifa per il Cittadella

DortmundNativo della zona di Cittadella, Michele Puller è il vicepresidente del Borussia Dortmund, avversario della Juventus in Champions League. È a capo di un’azienda che opera nei settori casa e abbigliamento ed è anche nell’organigramma del Bvb, anche se ha dichiarato: “Sabato ho disertato Borussia-Colonia per vedere il Cittadella, il primo amore non si scorda mai. Il calcio mi ah sempre appassionato e io rimango un tifoso del Cittadella”.

Sessantasei anni, Puller ha spiegato la sua parabola: “Sono finito a fare il vicepresidente del Borussia Dortmund per il mio avvocato. Lui era il presidente e mi ha coinvolto ventidue anni fa. In Germania il calcio è organizzato in modo più manageriale, c’è più compattezza. Tutti i club sono andati nella stessa direzione quando si è trattato di gestire la Bundesliga in una certa maniera”.

“La Bundesliga sta decollando anche se non è ancora ai livelli di Liga e Premier. Non credo che ci saranno spese folli, soprattutto al Borussia Dortmund. Certo, mi piacerebbe giocare con Messi e Ronaldo, ma detto ciò non spenderei 100 milioni per Pogba. Credo nella forza del gruppo e nel gioco veloce e organizzato come il nostro. È per questo che Immobile fatica: deve completare il suo ambientamento” ha continuato Puller, come ha riportato Tuttosport.

Proprio alla vigilia del match di Champions League, Puller ha voluto ricordare Gianni Agnelli: “Non aveva esattamente capito chi fossi, ma si avvicinò e mi diede un foglietto: ‘Ci porti questi giocatori’. C’era praticamente tutta la Nazionale tedesca campione del mondo del ‘90. Ho fatto affari con Boniperti, con Montezemolo, con la Juve della Triade e adesso anche con Andrea e Marotta per la trattativa Immobile, anche se in quest’ultimo caso ho solo fatto una telefonata. Gli affari furono anche di ritorno: quando il Borussia era diventato un po’ più ricco, iniziò a riportare in Germania i vari Kohler, Moeller eccetera, mettendo insieme la squadra che vinse la Champions del 1997. Non me la posso dimenticare. Ero seduto accanto all’Avvocato, mi salutò sorridendo e mi disse: ‘Pensate di vincere con i nostri scarti?’ Non dissi nulla. E neppure lui quando se ne andò a venti minuti dalla fine con la Juventus sotto, però il suo sguardo me lo ricorderò per sempre”.

Puller riconosce le attuali difficoltà del calcio italiano: “Tra gli anni Novanta e l’inizio del Duemila l’Italia era il centro del calcio mondiale, adesso il declino è clamoroso. Non c’è stata abbastanza programmazione nei periodi ricchi e ora non c’è capacità organizzativa per il rilancio. La Juventus è un esempio: stadio, programmazione, gestione. Purtroppo non è seguita. Il nocciolo della questione per me restano gli stadi. E poi svelenire il clima, troppe polemiche e poca gioia. In Germania il calcio è un divertimento, si passa molto meno tempo a litigare su un fuorigioco e molto di più a godere l’aspetto più spettacolare”.

Poi inevitabile, l’accenno al suo Borussia: “Guardate il nostro esempio: qualche anno fa ci siamo ritrovati a terra, a un passo dal fallimento, ma ci siamo ritirati su con un progetto, senza bisogno di soldi stranieri. Ci siamo dati una linea e l’abbiamo seguita. Potevamo solo puntare sui giovani e l’abbiamo fatto con coerenza e convinzione. Alla fine abbiamo avuto ragione. Certo, siamo stati fortunati a ritrovarci i Goetze e i Lewandowski”.

Infine il tecnico Klopp: “Sarebbe stata una follia cacciarlo. Sapevamo che sarebbe stata una stagione difficile dopo il Mondiale. I tedeschi campioni sono arrivati stanchi e sballottati dalle celebrazioni, gli altri stanchi e basta. La preparazione ne è uscita compromessa. Nessun dramma, una stagione non può mandare all’aria le nostre convinzioni. E siamo sicuri che come noi ci siamo comportati seriamente con lui, lui si comporterà in modo serio con noi”.

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