Regionali. Il Pd congela le Primarie. Una clausola campana nel Patto del Nazareno?

pdContrordine, compagni. Le Primarie in Campania non si faranno – almeno per il momento – e il Partito democratico è sull’orlo di una crisi di nervi. Alla vigilia delle Regionali, Renzi ha deciso di congelare le consultazioni per decidere chi, nel centrosinistra, avrebbe dovuto contendere al governatore uscente Stefano Caldoro la poltrona di Presidente della Regione Campania. Tutto fermo, bloccato, rimandato a data da destinarsi. E pensare che una data c’era già: le Primarie democratiche in Campania dovevano tenersi l’undici gennaio prossimo, venturo, imminente. Ma Roma ha deciso diversamente. E la “spiegazione”, la giustificazione del rinvio sine die delle elezioni interne al centrosinistra che è trapelata dopo la lunga riunione tenutasi proprio nella capitale domenica scorsa finisce per complicare tutto. Già, perché, come si sussurra da qualche ora negli ambienti del Pd, il partito avrebbe congelato tutto “perché il quadro non è ancora chiaro”. Per i sostenitori delle Primarie, un vero e proprio sfottò: le consultazioni con iscritti e simpatizzanti, almeno in teoria, proprio a questo dovrebbero servire, cioè a chiarire i rapporti di forza e, a suon di schede, voti e consensi, trovare il candidato giusto per affrontare le elezioni “vere”.

La decisione colpisce, più di tutti, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca che aveva già messo in moto la sua campagna elettorale. Proprio poche ore prima della clamorosa decisione degli organi nazionali democrat, De Luca era stato a Benevento dove aveva inaugurato uno dei suoi comitati elettorali. Prima ancora aveva partecipato a convention e incontri in tutta la Regione per stilare una primissima bozza di programma. Il paziente lavoro di mesi e mesi è andato in fumo, insieme alle migliaia di manifesti che sarebbero stati già commissionati e che, evidentemente, ora non serviranno più a granchè. De Luca e il suo principale avversario, il napoletano Andrea Cozzolino, sono costretti a studiarsi un Piano B. Con ogni probabilità – nonostante le smentite ufficiali – il candidato alle Regionali sarà calato dall’alto. Da Roma, da Renzi. Sì, proprio da lui.

Ma la notizia, però, sarebbe ancora un’altra. I beneinformati, quelli che giurano di saper leggere tra le righe della politica nazionale e regionale, stanno proponendo una chiave di lettura che, se corrispondesse alla realtà, sarebbe in grado di scatenare un terremoto politico di proporzioni tutt’altro che trascurabili. Stando alle voci incontrollate che impazzano ormai da settimane, nel famigeratissimo Patto del Nazareno sottoscritto tra Renzi e Berlusconi ci sarebbe una “clausola campana”. Il Pd si sarebbe impegnato, dicono i “maligni”, a lasciar campo libero al centrodestra in Campania, evitando troppi sforzi per strappare la Regione all’uscente Stefano Caldoro. “Chiacchiere da fantapolitica”, urlano tutti. “Non è vero ma ci credo”, sussurranno in tanti. Fatto sta che, a prescindere dalle indiscrezioni vere o presunte che siano, il Pd, in Campania, ha congelato le Primarie di gennaio e che difficilmente le consultazioni potranno effettivamente tenersi dati i tempi ristrettissimi. Cosa che potrebbe causare la deflagrazione di un partito che nonostante l’enorme messe di consensi, si regge a malapena ed è pronto a esplodere – come una Santabarbara di veleni, accuse e polemiche – da un momento all’altro.

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Giovanni Vasso

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