E le chiamano amichevoli. Gli inglesi, a Glasgow, cantano cori anti-Ira e, la sera stessa, il presidente della Federazione calcistica di Dublino viene pizzicato in un pub a intonare una ballata dedicata ad un militante dell’Ira. John Delaney, capo della Fai, è stato immortalato (dal solito impertinente video lanciato in pasto ai leoni da tastiera del web) a cantare la Ballata di Joe McDonnell, canzone composta dalla band folk dei Wolfe Tones in memoria del 30enne nordirlandese, compagno di Bobby Sands, scomparso dopo sessantun giorni di sciopero della fame, nel 1981, a Long Kesh. Destino tragico e assurdo, quello di McDonnell e degli altri Hunger Strikers protagonisti del secondo sciopero della fame. Fu il sesto a morire, era l’otto luglio, due mesi dopo Sands.
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I tifosi inglesi, in Scozia, hanno scialato. Vittoria corsara per 3 a 1 consegnata alla storia, subito dopo il naufragio del Referendum per l’indipendenza di Edimburgo. Tra sfottò, cori e improperi ci è andato di mezzo pure l’indipendentismo irlandese: “Fuck the Ira”. I capi del tifo organizzato hanno subito parlato di episodi isolati, matti e lupi sciolti immediatamente zittiti ed emarginati. Ma la ferita, dall’altra parte del “ponte” che unisce la Glasgow “celtica” all’Irlanda, è stata accusata.
E ora, dopo essere stato pizzicato a canticchiare una ballata che, dagli anni Ottanta ad oggi s’è talmente imposta nell’immaginario collettivo irlandese da essere diventato un inno popolare, il dirigente della Federcalcio irlandese è costretto a gettare acqua sul fuoco. “Non sono un violento, in questi anni ho sempre lavorato duro per abbattere e superare steccati e confini con il calcio”. E ancora: “Se qualcuno s’è offeso per la canzone, chiedo scusa. Quando canti una ballata come questa non è che davvero credi ad ogni sua singola parola”.
Credere ad un botta e risposta sarebbe perciò, secondo le rassicurazioni della Fa inglese per quanto accaduto a Glasgow e quelle fornite da Delaney, roba da complottisti a corto di idee. Intanto a giugno prossimo Inghilterra e Irlanda si affronteranno sul serio su un campo di calcio. A Dublino. Per un’amichevole. O, almeno, così sperano.