Calcio. La folle corsa di Bruno Peres e il sogno della Viola di non finire “matata”

twitter_bruno-peres-5bCorri Bruno, corri. Quando il brasiliano Peres ha riconquistato palla nella sua area di rigore, nel derby della Mole vinto per l’ennesima volta dalla Juventus grazie a quel dio del calcio che ha preso le fattezze di Andrea Pirlo per albergare tra i comuni mortali, nessuno immaginava cosa potesse combinare quel Carneade carioca contro i giganti in bianconero. Eppure non s’è fermato, come un treno dei desideri che non va all’incontrario ma punta dritto al cuore della sua gente. Dopo, a due secondi dalla fine, sarebbe arrivata la freccia di Pirlo, non quella di Cupido, a trafiggere sogni e mortificare ambizioni. Ma l’esaltante corsa – coast to caost, direbbero gli anglofoni – per 80 metri di Bruno Peres, conclusa con quel destro potente alle spalle di Buffon, non s’è ancora fermata.

Poche storie: quando c’è di mezzo la Juve, esistono solo colpi sotto la cintura. Colpi “gobbi”. Perché la Juve è così: o si ama o si odia. La metà granata del cielo di Torino pensava di illuminarsi dopo oltre un decennio di digiuno forzato di gol e vittorie. E quando quel toro di Peres ha abbassato la testa e iniziato la sua rincorsa nell’arena dello Juventus stadium, è difficile che qualche romantico non di fede juventina abbia invocato un matador dalle fattezze di un Chiellini o di un Vidal. Fosse stato in tribuna, Hemingway  avrebbe forse scritto il seguito di “Morte nel pomeriggio”: la corrida come il calcio, emblema di rituali con i quali si punta a conquistare l’immortalità. Magari sarebbe stato dalla parte del torero. Ma non avrebbe potuto non apprezzare un toro che si fa 80 metri, inarrestabile, perché non vuole essere matato.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=PN4bsxnI8hA[/youtube]

Classe 1990, originario di San Paolo, il brasiliano Bruno Peres è arrivato direttamente dal Santos. Uno che fa un gol così può essere considerato un terzino solo in un Paese dove pure i portieri sono più bravi coi piedi che con le mani. Con quel suo primo gol in serie A s’è ritagliato un posticino nella storia del Torino. Ma quel folle scatto di Bruno Peres è un toccasana anche per gli juventini. Non è derby se non c’è rivalità, non è stracittadina senza la sospensione dei normali rapporti di forza, senza che siano messi in discussioni gerarchie e consuetudini, come in un Carnevale da centottanta minuti l’anno. E poi vincere così, ogni tifoso lo sa, è una goduria ancora maggiore.

Ma la cavalcata del toro brasiliano non s’è ancora fermata. Dopo l’ubriacatura del derby e prima dell’appuntamento decisivo di Champions con l’Atletico, la corazzata di Allegri sarà ospite della Fiorentina in una partita che dalle parti di Firenze è più sentita delle faide tra guelfi e ghibellini. Altro giro, altro derby. Almeno lo considerano così i tifosi della Viola, pronti a sognare lo sgarbo a una Vecchia Signora mai così in forma. Come accadde lo scorso anno, in quell’epica rimonta che portò la Fiorentina a sconfiggere i bianconeri  sotto lo sguardo estasiato della Fiesole. Magari sarà Cuadrado e non Peres, a correre come un toro. Da Torino a Firenze, il maratoneta entrato nel cuore della curva Maratona continuerà a correre, per lasciare la speranza, a chi parte sconfitto, che c’è sempre un altro derby per sognare una vittoria.

@barbadilloit

@mariodefazio

Mario De Fazio

Mario De Fazio su Barbadillo.it

Exit mobile version