Championship. Milanic tecnico del Leeds di Cellino: ha vinto la concorrenza di un software

cellino milanicDarko Milanic è il nuovo allenatore del Leeds United. La squadra di Massimo Cellino, che milita in Championship (l’equivalente inglese della nostra serie B) era senza allenatore da un mese ed era stata affidata temporaneamente al caretaker (o traghettatore, che dir si voglia) Neil Redfearn, dopo l’esonero di Dave Hockaday. Fin qui, tutto più o meno nella norma, benché i tempi fossero piuttosto lunghi per trovare un vero e proprio sostituto. La particolarità della notizia però è che il neo allenatore, sloveno di 46 anni proveniente dello Sturm Graz, ha dovuto battere la concorrenza non di un collega, bensì di un computer.

L’ambiente. Cellino, arrivato nello Yorkshire lo scorso Febbraio dopo quasi 20 anni alla guida del Cagliari, ha portato con sé in terra d’Albione anche la sua fama di “presidente mangia allenatori”, esonerandone già due e rendendo quasi subito la panchina del Leeds molto poco appetibile. L’ultimo, Dave Hockaday, è stato esonerato il 28 agosto dopo nemmeno 70 giorni di gestione, e da allora il club di Elland Road è stato affidato al vice Neil Redfearn, con il compito di traghettare i Peacocks in attesa della nomina del nuovo allenatore, per altro con un buon ruolino di marcia di 10 punti in 4 partite. Tra i nomi proposti, oltre a vari ex calciatori illustri come Robbie Fowler e Jimmy Hasselbaink, è stato tirato in ballo anche quello dell’ex ct dell’Argentina Alejandro Sabella, fresco di secondo posto agli ultimi mondiali e con un passato da calciatore proprio nel Leeds (che però ha declinato l’offerta), ma nessuno, fino alla decisione di Milanic, pare abbia soddisfatto l’ex proprietario dei rossoblù di Sardegna. Alla base dell’insoddisfazione c’è l’interpretazione stessa del ruolo dell’ allenatore, per Cellino completamente diverso da come viene concepito Oltremanica. Il presidente ha in mente un allenatore più “all’italiana”, che pensi solo alla squadra, agli allenamenti e alla gestione dello spogliatoio, senza intromissioni nella gestione del club, e quindi lontano anni luce dall’impostazione britannica di manager plenipotenziario su mercato ed amministrazione.

L’incredibile proposta. Così, prima che venisse presa la decisione sul tecnico sloveno, si era fatta strada una proposta clamorosa, fuori da ogni immaginazione: affidare la panchina che fu di Don Revie, e per soli 40 giorni anche di Brian Clough, ad un software. L’idea è venuta a Emile Coleman, CEO della Elite Sport Technologies, che dalle colonne del Daily Mirror ha lanciato la candidatura del Globall Coach, un programma già in grado di aiutare gli allenatori in carne ed ossa a programmare gli allenamenti e analizzare i dati dei giocatori, partita per partita, e in grado anche di indicare i punti deboli degli avversari. “Globall Coach può dare al Leeds quella continuità di risultati che al momento manca.” – ha dichiarato Coleman sempre dalle pagine del Mirror – “Ovviamente il software non avrà le intuizioni geniali che può avere una mente umana, ma su allenamento e tattica nessuno può battere il nostro programma. E poi la nostra azienda ha base vicino Leeds, e qui tifiamo quasi tutti per lo United” . Nello Yorkshire si dice che Cellino abbia ascoltato con interesse l’eclettica proposta, degna di un personaggio altrettanto imprevedibile come lui, e non è detto che in futuro non possa servirsene.

Brian Clough

Una proposta in controtendenza con la storia stessa del club. Basti ricordarsi del soprannome che venne affidato allo United nel periodo di massimo splendore, quando, guidati da Don Revie in panchina e Bremner, Giles e Jordan in campo, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 dominarono in Inghilterra e in Europa, vincendo due titoli, la coppa d’Inghilterra, due coppe delle Fiere, e arrivando in finale in Coppa delle Coppe e in Coppa dei Campioni : “Dirty Leeds”, lo sporco Leeds. La squadra di Revie, che aveva in Brian Clough uno dei suoi più grandi detrattori, era accusata di scarsissima sportività, con un gioco duro che metteva timore a qualsiasi avversario e simulazioni che traevano spesso in inganno gli arbitri. Uno stile di gioco che non piaceva a Clough il quale, invano, cercò di cambiare una volta sedutosi sulla panchina di Elland Road. I giocatori, legatissimi a Revie che nel frattempo aveva accettato l’offerta della panchina dell’Inghilterra, si ammutinarono e Clough fu allontanato. In ogni caso, comunque sia andata la storia, sono due fulgidi esempi di stile di gioco voluti e plasmati dall’allenatore, dalla mente umana, che valuta lo stato di forma dei calciatori, le prestazioni ma anche il morale ed il carattere. Caratteristiche che difficilmente un software, anche il più completo, potrà mai dare ad una squadra. Conoscendo la strana attitudine di Cellino, però, è facile credere che sia in grado di esonerare anche un software. Sicuramente sarebbe molto più facile disinstallarlo di quanto non lo sia farlo con un allenatore in carne ed ossa.

@Mannish87

Michele Mannarella

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