Calcio. I 10 acquisti sfumati in serie A fra spilorcerie e trattative flop

calciofango“Si viene e si va” cantava Ligabue nel ‘99 e nella nostra serie A c’è soprattutto chi se ne va. Ma chi viene? A quanto pare più nessuno. Perché se gli acquisti ci sono stati, i top player, principi del mercato estivo, non hanno incontrato le principesse del nostro campionato. Così le grandi favole del calciomercato si sono concluse senza il lieto fine, lasciando intorno una marea di cuori spezzati.

Proviamo a ripercorrere le storie tra le nostre big e i 10 acquisti mancati, sfumati all’ultimo o anche solo immaginati durante la sessione estiva, per provare a mettere un po’ di ordine.

Partiamo dall’Inter. Se vi dicessero che alla presidenza della vostra squadra del cuore sta per imporsi un magnate indonesiano, ricchissimo, le prime immagini nella mente del tifoso medio sarebbero: soldi-mercato – fantamercato – top player – vittorie – scudetto – coppa Italia – champions league – triplete, prendi fiato-non ce la faccio-svengo. Riprenditi, niente di tutto questo è accaduto per ora.

Lavezzi: partito da Napoli per respirare l’aria parigina, questo anno sembrava pronto a riabbracciare l’allenatore che gli aveva aperto i cancelli del paradiso partenopeo. Ma i 15 milioni chiesti dal Psg sono risultati eccessivi per le tasche di Thohir, che avrebbe preferito prima battere cassa con la cessione di Guarin per la medesima cifra. Il binomio costo operazione-vendita Guarin sembra aver ostacolato anche la trattativa dell’altro (mancato) acquisto Shaquiri. Seguito dai neroazzurri dal 2012, quest’anno doveva essere quello decisivo. Il prestito di 6 milioni con un riscatto fissato a 25 è parso però eccessivo.

Senza cambiare città, ma solo sponda, calcistica, torniamo indietro al 26 Agosto e a quelle visite mediche alla clinica Madonnina alle quali Eto’o non si è presentato. I sospetti di molti cadrebbero su Arcore, ma ai fatti servirebbe la penna di Agatha Christie. Magari l’ispettore Poirot potrebbe capire chi abbia premuto il grilletto, sparando il no che ha freddato una trattativa che sembrava conclusa e, con essa, la possibilità di riavvalerci della presenza di un calciatore di qualità.

Un altro mistero coinvolge, invece, la dirigenza bianconera riguardo l’acquisto dell’attaccante tedesco Lukas Podolski, bloccato dal presidente Andrea Agnelli dopo l’accordo raggiunto tra Paratici e Arsene Wenger. Così dalla Madonnina passiamo alla Mole.

Una mole di nomi, con la enne maiuscola, accostati alla Juventus. I primi benefattori della Juve da champions sarebbero dovuti essere Didier Drogba e Alexis Sanchez. L’accusa di incoerenza verso un progetto che ha l’obiettivo di valorizzare i giovani, non ha spaventato la dirigenza bianconera quando si è trovata a trattare per l’ivoriano. D’altronde resistere ai peccati di gola è un’impresa ardua. Se però la gola è profonda come quella dell’attaccante e per saziarla servono circa 4 milioni netti a stagione di ingaggio, non rimane che una sola scelta. La dieta. Per l’esterno cileno invece si doveva ricorrere alla classica compravendita. Conte lo desiderava a tutti i costi e per lui avrebbe battuto cassa con chiunque, Tevez escluso. Partita l’offerta di 20 milioni di euro, 5 in meno di quanto chiedessero i blaugrana, l’Arsenal si è intromesso nella trattativa. A quel punto bisognava controllare chi possedesse la pistola più grande. Gli inglesi sono soprannominati “gunners” e il loro stemma è un cannone. Infine, per la serie chi troppo vuole nulla stringe, soprattutto senza ingenti somme a disposizione, troviamo Chicharito Hernandez e Radamel Falcao. Il primo, che sembrava certo preferire la juve a tutte le pretendenti, usciva di nascosto a cena con i dirigenti del Real. Neanche il tempo di scoprire l’altarino che già erano partiti per la luna di miele. Il secondo invece ha semplicemente seguito il cuore e ha scelto il Man United. Quando si dice l’amore paga. Eccome se paga, 12 milioni netti a stagione e tanti saluti vecchia signora.

Le dinamiche amorose raggiungono, però, l’acme, nella terra dei corteggiatori per eccellenza. A Napoli proprio non conoscono il detto tra moglie e marito non mettere il dito. Lo dimostrano i reiterati tentativi di insinuarsi nei rapporti incrinati tra il Real e un Khedira non più compreso nel progetto Ancelotti e nella crisi matrimoniale tra Fellaini e il Manchester di Van Gaal. Se quella per il tedesco è stata una sbandata, complice il tentennatore belga, le serenate per il Golem partivano dal profondo del cuore. Niente da fare però, perché alla fine Fellaini ha scelto di non abbandonare il tetto coniugale, provando un disperato tentativo di ricongiungimento.

Se esistesse una morale come per tutte le favole, quella per il mercato italiano sarebbe una sola forse. Per comprare e mantenere dei giocatori che siano veramente top, occorrono fondi, occorre investire e spendere. Per ora l’Italia non ha la possibilità di concorrere con i grandi club europei. Bisogna accontentarsi di scrivere, parlare e magari sognare la svendita del secolo che garantisca l’affare. Appunto sognare.

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Nicola Carosielli

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