Libri. “Povera per i Poveri” di Gerhard Muller: Roma abbraccia la Teologia della liberazione

gerard_mullerPace fatta tra la Chiesa di Roma e la Teologia della liberazione? Sembra proprio di sì. Il punto d’incontro è la povertà. E non poteva essere altrimenti. A mettere d’accordo tutti è il cardinale Gerhard Müller, il prefetto della congregazione per la dottrina della fede. Un ratzingeriano d’acciaio, il curatore dell’opera omnia. La sua firma svetta su Povera per i poveri. La missione della Chiesa (ed. 2014), uscito per i tipi della Libreria Editrice Vaticana di don Giuseppe Costa. La prefazione è di Papa Francesco, mentre il saggio conclusivo è affidato a Gustavo Gutiérrez, uno dei maestri della discussa ermeneutica sudamericana. Un incrocio di dati non casuale, che fa da sigillo ad un’operazione editoriale dalla chiara fragranza al ramoscello d’ulivo.

Gli strascichi della Libertatis nuntius e della Libertatis Coscientia, le due istruzioni della congregazione presieduta allora da Joseph Ratzinger, rispettivamente del 1984 e 1986, hanno lasciato il segno. Nell’immediato, si temette lo scisma. Col sennò di poi, quella tappa drammatica, vale quanto un punto di partenza. La sfida, di lì in avanti, fu infatti quella di scovare una «retta interpretazione» sul come declinare nel concreto il concetto di Liberazione. Non certo – lo spiega Müller – «la formulazione di un’ideologia al servizio dell’ennesimo progetto utopico quanto violento, sulla falsariga del marxismo». Semmai il riconoscimento che «non è possibile parlare di Dio senza la partecipazione pratica al complessivo e integrale agire liberante da Lui inaugurato».

Questa consapevolezza, per il prefetto tedesco, è la pietra angolare della lezione di Gutiérrez. Una teologia non proiettata interamente nell’aldiqua, ma – è qui il riconoscimento principale – dal «fondamento teocentrico e cristocentrico». Sulla scorta di tali acquisizioni, e sullo smussamento degli eccessi, è quindi comprensibile il messaggio attuale di Papa Bergoglio, sudamericano sì, ma anche strenuo avversario sul campo di quella che fu l’esperienza dei teologi della Liberazione: «Solo quando l’uomo si concepisce non come un mondo a sé stante ma come uno che per sua natura è legato a tutti gli altri, ai “fratelli”, è possibile una prassi dove il bene comune non rimane parola astratta».

La povertà può essere dunque una scelta originaria – spiega il vescovo di Roma – da vivere «non come un handicap ma come una risorsa da donare a vantaggio di tutti». Ecco trovata la quadra sull’opzione preferenziale della Chiesa in favore dei poveri: farsi essa stessa povera, ma per i poveri “in spirito”. Un servizio da compiere senza impugnare armi o inseguire abbrutimenti carichi di conflitto e impazienza politica.

*Gerhard card. Muller, Povera per i poveri. La missione della Chiesa, Città del Vaticano, Lev, 2014, euro 20,00. 

@fernandomadonia

@barbadillo

Fernando Massimo Adonia

Fernando Massimo Adonia su Barbadillo.it

Exit mobile version