Antimafia/3. Con la crisi tornano le “bionde”: l’allarme contrabbando della Dia

Torna il contrabbando di sigarette: lo Stato carica di accise ogni pacchetto e la malavita ritrova un canale di arricchimento che potrebbe garantire un afflusso importante di denaro nelle casse dei clan. Il fenomeno sembrava ormai consegnato alla storia, invece – complici gli aumenti indiscriminati decisi da ogni governo che s’è succeduto negli ultimi anni – le “bionde” tornano a sedurre e i “motoscafi blu” sembrano lasciare il passo ai corrieri professionisti.

Per la Dia, è a Napoli che si registrano i segnali più vistosi che sembrano tradire la rinascita del contrabbando. Nella relazione relativa all’ultimo semestre 2013, gli inquirenti della Direzione investigativa antimafia, mettono nero su bianco sospetti e nuovi trend: “Si registra un ritorno all’attività di contrabbando di sigarette in particolare nei quartieri napoletani della Duchessa e della Sanità”.

Il riferimento all’area centrale del capoluogo partenopeo non è da sottovalutare anche per un’altra ragione. Secondo la Dia, infatti, è proprio qui che sorgono le “centrali” della falsificazione in vengono confezionati e smerciati i prodotti fasulli che imitano le griffe di grido.

Ma il fenomeno non interessa di certo solo Napoli dato che, negli ultimi tempi, si sono letteralmente moltiplicati gli arresti tra la Sicilia e la Puglia di contrabbandieri scoperti con ingenti quantità di tabacchi lavorati esteri privi del bollino dei Monopoli di Stato e destinati ad essere immessi nel mercato nero delle “bionde”, dove un pacchetto può arrivare a costare anche meno della metà di quanto, invece, costerebbe dal tabaccaio.

I canali del contrabbando sembrano viaggiare principalmente su due direttrici: quella “storica” dei Balcani (che avrebbe il suo sbocco naturale sulle coste della Puglia) e quella relativamente più recente che arriva dal Nordafrica e approda tra Sicilia, Campania e Lazio. Per quanto riguarda il mercato del Nord Italia, si sono scoperti canali di approvvigionamento del contrabbando che partono dalla Cina. Tra Piemonte e Liguria (ma anche in altre realtà italiane) sono i falsari asiatici hanno finito per “copiare” anche le sigarette. C’è poi anche un’ulteriore possibilità: le sigarette si rubano. E a tal proposito, la Dia sottolinea come la maggior parte le 3020 rapine compiute solo nel 2013 in tutta la Puglia (41 in più rispetto all’anno precedente quando furono messi a segno 2979 colpi) siano state compiute ai danni di pompe di benzina e di tabaccherie.

I contrabbandieri, però, sembrano aver lasciato in rada i famigerati “motoscafi blu”. Adesso – almeno stando alle ultimissime operazioni delle forze dell’ordine – le sigarette arrivano (sempre via mare) grazie a corrieri che nascondono le stecche ovunque, persino all’interno di zucche vuote.

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Giovanni Vasso

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