Mondiali. Complotto al Maracanà: chi ha azzoppato Neymar?

Delitto al Maracanà: Neymar, azzoppato dalla Spectre. Il Brasile, percosso e attonito dalle sette pappine rifilate alla Seleçao dai Panzer di Germania, è alle prese con un caso. Un mistero, un complotto. Chiamatelo come volete, ma il succo è questo: Neymar non s’è mai fatto male davvero, ha solo finto per tutelare gli interessi che, attorno a lui vorticosamente impazzano. O per nascondere un altro infortunio, o ancora per distrarre i calciofili di tutto il mondo dagli arbitri filo-Brasile. A ciascuno il suo. Complotto, of course.

Il Mondiale si scopre complottista dopo il Mineirazo. La Spectre, i dollari, il denaro. Il potere, l’arroganza. Vincono sempre loro, James Bond non è mai passato per Rio de Janeiro. Chissà se si sono visti i Rettiliani…

Le ricostruzioni sono leggermente diverse tra loro ma, quasi tutte, leggono così l’azzoppamento del Bombolino d’Oro. Neymar era ormai stanco, sfinito fisicamente e sfibrato psicologicamente dall’enorme pressione che – tutta sulle sue striminzite spallucce da Farfallina della Trequarti – veniva riversata a fiumi sulla squadra di Felipao Scolari. Il crollo, perciò, sarebbe stato dietro l’angolo. Fosse crollato anche Neymar, il suo ‘valore’ avrebbe subito una flessione spaventosa che a confronto la crisi dei mutui sub-prime è una passeggiata di salute. Perciò – raccontano i complottari che in queste ore stanno facendo sempre più proseliti – gli sponsor dell’asso brasiliano avrebbero montato una messinscena mondiale per sottrarre dall’agone il loro gioiellino.

Un filotto di multinazionali che fa paura solo a nominarle tutte insieme (dalla Red Bull fino al colosso delle telecomunicazioni sudamericano Claro), e i loro oscuri (?) emissari. Si sarebbero seduti attorno ad un misterioso tavolo a decidere della sorte di Neymar.  L’appuntamento sarebbe stato organizzato da un’altra multinazionale, il Barcellona, interessata a difendere il suo patrimonio, cioè Neymar. E mentre il mister Evil blaugrana raccontava il suo piano accarezzando un gattone malefico, Camillone Zuniga rifilava una robusta ginocchiata alle reni del folletto della Seleçao. Ecco il casus belli.

E’ nota la storia dopo il fallo subito dal difensore colombiano del Napoli. Per i complottisti brasiliani, però, la versione ufficiale nasconde cosa è davvero accaduto. Neymar non doveva giocare la semifinale e s’è gonfiato un caso fino addirittura a far temere per la vita stessa del calciatore brasileiro. E poi ci sono state una raffica di obiezioni da parte di medici, fisioterapisti, semplici spettatori che hanno ritenuto eccessivi i danni lamentati dalla Farfallina blaugrana rispetto all’entrataccia di Zuniga. Rude sì, ma non così inconsueta sui campi di gioco. Da qui, la trasfigurazione di Neymar nell’Elvis Presley degli anni Duemila. Come i seguaci del re del Rock non hanno mai accettato la sua morte, teorizzando versioni alternative che lo vedono tuttora in vita, così i tifosi brasiliani non possono che rifiutare l’Apocalisse del Mineirazo, il giorno più brutto del calcio carioca.

Giovanni Vasso

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