Scintill&digitali. La “guerra segreta” tra Cina e Stati Uniti? Si combatte sul web

cyberguerra2La Cina sta attaccando gli Stati Uniti, proprio mentre scriviamo. Niente paura però, è ‘solo’ una guerra digitale, a colpi di attacchi informatici. La Norse Corporation ha approntato un metodo per tracciare la guerra segreta, che si combatte per le strade virtuali di tutto il pianeta, in tempo reale. Lo scenario, che si può visualizzare dal sito map.ipviking.com, è piuttosto suggestivo e può avere una portata geopolitica da non sottovalutare. Ad ogni ora del giorno e della notte partono attacchi di ogni tipo da tutto il mondo verso tutto il mondo, ma la principale potenza attaccante è la Cina, che concentra uno sforzo ripetuto e costante contro gli Stati Uniti. Gli attacchi contro gli Yankee provengono da tutto il mondo, principalmente perché i server e le società più importanti sono situati proprio su suolo nord americano. Le aree geografiche più coinvolte da questa vera e propria guerra sono l’Europa, gli USA, la Cina e sporadicamente il Brasile.

Lo scenario descritto è reale e confermato da fonti del Pentagono, che registrano dieci milioni di attacchi al giorno contro obiettivi nazionali. Il sistema messo a punto dalla Norse Corporation è basato sugli honeypot, letteralmente barattoli di miele, che possono essere server o banche dati resi interessanti agli occhi degli attaccanti, ma in realtà falsi obiettivi. Un honeypot può essere ad esempio un server o una rete di server, mascherati in modo da sembrare appartenenti ad esempio al Pentagono, da far attaccare in modo tale che non vengano attaccati quelli veri.

Grazie alla Norse Corporation quindi possiamo avere una mappa, in linea di massima, di battaglie vere e proprie, condotte da soldati invisibili, di cui non si sa chi sia il mandante, perché i governi, soprattutto quello cinese, smentiscono qualsiasi coinvolgimento in materia. È chiaro però che lo scenario internazionale e la geopolitica sono influenzati da questo conflitto, con conseguenze imprevedibili, come gli attacchi stessi.

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Francesco Filipazzi

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