Calcio. #ComprateLaBari: il disperato amore del popolo biancorosso diventa fenomeno web

zaloneTravolgente, entusiasmante, disperato, proprio come il cammino della squadra sui prati verdi della serie cadetta. “Comprate la Bari”, l’appello-slogan lanciato dai calciatori biancorossi sui social network, sta coinvolgendo tutti, diventando virale ed internazionale. L’appello dei calciatori ha chiamato in causa semplici tifosi, ex calciatori che hanno vestito la maglia dei galletti, giornalisti, persino i vip più insospettabili. Tutti volti a cercare un proprietario disposto a far vivere ancora quella squadra fondata da Floriano Ludwig, Gustavo Kuhn e Giovanni Tiberini nel lontano 1908.

Il fallimento e le aste. Tutto è nato dopo la sentenza di fallimento pronunciata dal Tribunale di Bari lo scorso marzo, che dopo 30 anni ha messo la parola ‘fine’ alla controversa era Matarrese. Un fallimento pilotato che, in corso di stagione, dà la possibilità al club di mantenere la categoria in cui milita, senza retrocessioni (a condizione, ovviamente, di riuscire a mantenerla sul campo). Nonostante ciò, e malgrado i proclami di fantomatiche cordate per rilevare il titolo, le due aste fissate dal tribunale sono andate deserte, con un inevitabile abbassamento del costo stesso del titolo. Così, per scongiurare l’ennesimo flop ed invocare un nuovo proprietario disposto a non far finire una storia popolare lunga 106 anni, il capitano Defendi e i compagni di squadra, armatisi anche di tanta ironia, si sono fatti immortalare in posa da clochard con tanto di facce tristi e cartelli “in vendita”, “saldi”, “comprateci”. Guidati dal centrocampista Daniele Sciaudone, oramai barese d’adozione, che si sta rivelando sempre più un efficacissimo social media manager, è partita la campagna mediatica per salvare il club. I tifosi biancorossi ovviamente non si sono fatti attendere, raccogliendo il testimone lanciato dai loro beniamini. Da Roma, Milano, dal Trentino, dall’Inghilterra, dal Ghana, dagli States, dal Brasile, un’incredibile quantità di selfie, status, hashtag ha invaso il web di speranza, passione e anche tanta ironia. Come ad esempio quei tifosi che hanno pensato bene di mettere in vendita il titolo su Subito.it . Ma c’è anche chi ha deciso, molto più concretamente, di costituire una società in grado di partecipare alla prossima asta e che preveda l’azionariato popolare.

Rocco Siffredi

Artisti, giornalisti e vecchie glorie. Anche il mondo degli artisti, pugliesi e non, è stato travolto da questo boom mediatico. A cominciare dal comico Pinuccio, al secolo Alessio Giannone, apripista della pagina fb“Comprate la Bari” con uno dei suoi consueti video su YouTube. Gli hanno fatto eco subito dopo Emilio Solfrizzi ed Antonio Stornaiuolo (autentiche pietre miliari della comicità barese, che, con il loro storico duo “Toti e Tata”, tra gli altri, hanno imitato anche gli stessi fratelli Matarrese), Checco Zalone -che ha postato un’ironica foto con il cartello “comprate il Capurso, in omaggio vi diamo il Bari”- e Mingo di Striscia la Notizia, con uno strano selfie insieme ad un possibile acquirente del Bari. A loro, comunque tifosi del Bari, si sono aggiunti inaspettatamente anche altri artisti, distanti dai colori biancorossi. Da Rocco Siffredi ed un suo appello per amore delle donne baresi, a Maccio Capatonda, dalla cantante rumenaHaiducii -che qualche anno fa spopolò con la hit “Dragostea din tei” e cresciuta artisticamente, e non solo, proprio a Bari -, a Rosario Fiorello, legato al capoluogo pugliese perché, ricorda, ci ha fatto il militare. Proprio Fiorello, sia su twitter sia dai microfoni della sua trasmissione “Fuori Programma”, ha cercato di coinvolgere Flavio Briatore per rilevare il club. Sempre sulle radio, hanno dato spazio al fenomeno anche ilTrio Medusa su Radio DeeJay, e gli amici di Barbadillo Pietrangelo Buttafuoco e Mario Sechi, che ne hanno fatto menzione nel loro “Duduismo radiofonico” su Radio24, al giornalista de “le Iene” Matteo Viviani, a Ivan Zazzaroni. E non potevano certo mancare gli ex calciatori. Protti e Tovalieri che fecero sognare Bari negli anni ’90, un appesantitoGerson dal Brasile, e i ragazzi dell’ultimo Bari in A che sfiorarono la Uefa: Ranocchia, Bonucci, Kamatacon i suoi bimbi che reggono un cartello in dialetto, Barreto, Almiron. Tutti uniti, ancora una volta, sotto la bandiera bianca e rossa, per cercare di sollecitare qualcuno a salvare “la vecchia stella del Sud”. Una campagna di sensibilizzazione arrivata anche sulle pagine de “L’Equipe” in Francia. Che però ha equivocato il gesto, credendo che i giocatori si fossero messi all’asta per eventuali nuove sistemazioni.

La clamorosa rimonta. Riflettendoci, è piuttosto incredibile pensare che una piazza come Bari stenti a trovare un nuovo proprietario. Soprattutto guardando questa stagione da romanzo. Una squadra fantasma, messa in ginocchio dalle penalizzazioni, un ambiente nauseato dalla vicenda del calcio-scommesse e da una società ormai apertamente disinteressata. Poi il colpo di grazia del fallimento, vissuto dai tifosi come una liberazione ma che porta inevitabilmente a ritrovarsi allo sbando, senza un presidente, senza soldi, con un piede nella fossa. Come una nave alla deriva.

Poi, l’imponderabile. Il San Nicola si gonfia, come quando davanti c’erano la Juve, l’Inter, la Roma.Ventimila spettatori per guardare le macerie del Bari schiantarsi contro la Virtus Lanciano capolista fino a poche settimane prima. E invece vince il Bari. Una settimana dopo arrivano i rivali dell’Avellino lanciatissimi verso i playoff. Anche stavolta vince il Bari. I ragazzi guidati dal duo Alberti-Zavattie ricominciano a giocare un bel calcio, a divertirsi e a divertire, a vincere una, due, tre partite, con gol stupendi come la rovesciata di Galano contro l’Empoli. Inaspettatamente. Senza stipendi, senza certezze, senza obiettivi se non cercare di non rendersi complici di chi ha portato questa storica realtà al fallimento, e provare quantomeno a far rimanere la squadra nella serie cadetta per poi affidarsi al futuro. La classifica corta allontana lo spettro dei playout e mostra il volto suadente ed insperato della zona playoff. I tifosi sono tornati a stringersi attorno a questa squadra così folle e ribelle, così disperata. Sono tornati ad innamorarsi, a farsi conquistare dal cuore di questi ragazzi, riempiendo i gradoni del San Nicola e accogliendo i giocatori di ritorno dalle trasferte come se avessero vinto lo scudetto. Nessuno avrebbe mai potuto lontanamente immaginare che una squadra moribonda sarebbe potuta arrivare a giocarsi la serie A. Non c’è, quindi, da stupirsi più di tanto se l’appello a comprare la società sia diventato virale, è solo diretta espressione di questa favola sportiva. E con il Cittadella a poche ore dalla gara è già polverizzato il vecchio record di spettatori per la B: sugli spalti del San Nicola ci saranno oltre 35mila spettatori…

“Dopo pioggia viene sole” diceva il compianto mister Boskov. Per essere una città del Sud, di pioggia ce n’è stata sin troppa, forse è il momento che spunti il sole.

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Michele Mannarella

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