Calcio&Punti di vista. Antonio Conte ha chiuso il ciclo alla Juve. Ora oserà per vincere altrove

conte4Antonio Conte è un italiano del Sud. Ha fatto tanta strada, dal Salento ai piedi della Mole. E’ diventato capitano della Juve e con la Vecchia Signora ha vinto tre scudetti di fila. Ora si appresta a tagliare il traguardo dei cento punti: una vetta mai raggiunta. Se l’Italia fosse un paese serio, la sua storia sportiva e civile andrebbe raccontata nelle scuole: ogni gradino salito è frutto di sacrificio, applicazione maniacale, concentrazione. Con un unico obiettivo: il massimo risultato che sublima il lavoro e la preparazione.

Conte ha fallito “solo” in Europa. Tra Scandinavia Turchia e Portogallo ha rimediato troppe battute d’arresto per competere con le corazzate d’Europa. Per conquistare la Champions – è una attenuante plausibile – ci vuole una rosa differente da quella dei guerrieri bianconeri, che non hanno trovato ostacoli nella serie A: a livello continentale la differenza la fanno i top player, i campioni che risolvono le partite con il colpo di genio individuale. Conte è consapevole che senza investimenti rilevanti della società, il gap in Europa con le spagnole (Real e Barcellona) appare incolmabile. E pure le rivali inglesi o tedesche hanno budget per rafforzare la rosa che la Vecchia Signora si sogna.

Allora la soluzione migliore è lasciarsi con stile dopo tre stagioni piene di record storici: Antonio Conte è così. Ha chiamato la propria bellissima figlia Vittoria. E ci sarà un motivo. Per questo preferisce l’ignoto (e forse qualche mese senza una panchina di grande club) al vivacchiare. I primi a conoscerlo per pregi e difetti, ma soprattutto per ambizione, sono i tifosi bianconeri.

Conte, icona dannunziana, sa bene che solo “chi osa, vince”.

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Michele De Feudis

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