Rispetto a questo un’analisi interessante arriva da una delle firme di punta del Corriere della Sera. Un po’ troppo “nascosta” (a pagina 39, in un box) l’invettiva di Aldo Cazzullo che ha rilanciato una della proposte che analisti “laici” hanno più volte rimarcato: bloccare alla radice i flussi verso Lampedusa. «Lampedusa è al centro di una vera e propria crisi internazionale che va affrontata e risolta. Invece finora la reazione prevalente è l’ipocrisia. Salviamo i migranti dal maree lasciamo che spariscano, verso il cuore di un’Europa pilatesca che si disinteressa di quel che avviene nel Canale di Sicilia e nel luogo dove la crisi ha origine: la sponda africana e mediorientale del Mediterraneo». Di qui la proposta: «Salvare i naufraghi è un dovere. Ma non basta. Bisogna chiudere la rotta di Lampedusa. La carità va sempre praticata. Ma la dignità non è un valore meno importante».
Cazzullo arriva ad attaccare uno dei tabù di un certo pensiero progressista in materia di immigrazione, quello della “necessità” di ingressi extraeuropei. «Un mondo (l’Europa, ndr) che in questo momento non ha bisogno di manodopera (anzi ha un eccesso di manodopera) e che prima rinchiude i disperati in campi strapieni e disumani, per poi destinarli spesso al ruolo di manovali della malavita o del lavoro nero». Chiaro «non è in discussione il diritto di asilo per i profughi», ma l’analista sostiene la necessità di «stabilizzare i nuovi governi nordafricani e costruire con loro partenship e accordi seri».