La polemica. La vacuità delle introduzioni: la Chevalier e “Jane Eyre” di Brontë

jane-eyre-charlotte-bronte-L-FgOK0FNon ho mai letto una introduzione, le ritengo merce di scambio per i voti nei premi, affidamento allo scrittore e/o attore e/o cantante del momento (si veda John Fante) per uso indiscriminato di fama. Non ho mai letto una introduzione perché non credo allo scrittore di classifica che rilancia un modello al quale dice di rifarsi solo per ragioni di opportunismo (il più delle volte è così). Non ho mai letto una introduzione perché credo che ai libri bastino le pagine che gli autori decidono di dar loro, tutto il resto (persino la biografia, foto, quarta di copertina) sono inutile compiacimento.

Non ho mai letto una introduzione ma purtroppo leggo i giornali e così mi son trovato Tracy Chevalier (“La ragazza con l’orecchino di perla”) su “Repubblica” con parte della sua introduzione a “Jane Eyre” di Charlotte Brontë (Neri Pozza), ed ho commesso l’errore di leggerla. Trovando quelle che potremmo chiamare per brevità: imprecisioni su romanzo, trama, protagonista.

Mi chiedo – a parte un pacco di soldi alla Chevalier – davvero quella introduzione ha fatto del bene al classico di Brontë? E nessuno l’ha letta? O nessuno ha letto “Jane Eyre”?

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Marco Ciriello

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