Calcio. Tanti auguri vecchio Trap. Continua a fischiare per noi

Trapattoni_fischiaLa pensione può attendere. E in Africa già sentono quel caratteristico fischio che, dalla panchina, diventa eco di un calcio in cui a tesserarsi erano soltanto i calciatori. Ma che resiste, a settantacinque anni e con la grinta di un ragazzino. Giovanni Trapattoni compie gli anni e si appresta a una nuova avventura della sua vita professionale. Il “vecchio Trap” allenerà la Costa d’Avorio e tenterà di far approdare Drogba & Co. alla fase finale del mondiale brasiliano. L’ultimo campione del calcio all’italiana proverà a far ballare la samba agli avversari, in un girone in cui sfiderà la Grecia, il Giappone allenato da Zaccheroni e la Colombia di Cuadrado e Guarin.

Il tecnico di Cusano Milanino è pronto a partire per la sua campagna d’Africa come una volpe del deserto. Anzi, ci sta già lavorando: da un mese ha firmato il contratto con la federazione ivoriana e, per ora, si è limitato a collaborare a un progetto legato ai giovani. Lui, che da calciatore è stato pilastro del Milan di Rocco e poi, da allenatore, icona della Juve di Scirea e Platini e poi dell’Inter di Matthäus e dello scudetto dei record, non poteva mancare sulla copertina dei mondiali brasiliani.

Impossibile ripercorrere i settantacinque anni di Trapattoni, uno degli allenatori di calcio più vincenti della storia di questo sport. Anche perché scudetti e coppe non darebbero l’idea di ciò che ha rappresentato. Dici Trap e dici calcio. E (quasi) tutto il resto è (diventato) noia. Basta pensare a quel fischio che partiva dalla panchina, a quelle grida tutte grinta e determinazione, a quell’istintualità così genuina da stonare con un pallone sgonfiato da scandali e paillettes. Chi ama il calcio non può non volergli bene. Cuore e congiuntivi storpiati, sudore e “strunz” gridati in tedesco, passione e sacrificio, lui ricambia l’affetto non mollando mai. Tanti auguri, “vecchio Trap”, continua a fischiare per noi.

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Mario De Fazio

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