Il tutto, mentre a Roma, proprio oggi, si sarebbe dovuto discutere del cosiddetto Salva Roma ter. Salva Roma: agognato, voluto, preteso. Difficilmente i romani dimenticheranno la ribellione (durata appena 24 ore) del sindaco, che ha puntato i piedi e sbattuto i pugni per chiedere l’approvazione immediata di un nuovo decreto al neo-governo Renzi, pena la minaccia di paralizzare tutta la città. A partire dai servizi alla cittadinanza, come la raccolta dei rifiuti o il trasporto pubblico, per finire con il licenziamento dei dipendenti delle municipalizzate, come AMA e ATAC. Però poi Renzi era intervenuto a placare i toni, il provvedimento a Roma e ai romani era stato dato: in 24 ore un nuovo Salva Roma. A delle condizioni ben precise, però: 570milioni di euro alla Capitale in cambio di un piano triennale di riduzione del disavanzo pubblico. Riduzione che passerà, con ogni probabilità, per la privatizzazione di alcuni servizi pubblici. Non si prevedono tempi facili per le società partecipate del Comune, alle quali, intanto, è stato fatto divieto di assunzioni a tempo indeterminato, «nell’ottica di razionalizzazione delle spese» – come ha dichiarato lo stesso Marino.
Insomma, questo Consiglio comunale s’aveva da fare. E invece sarà rimandato dal 13 al 18 marzo, quando il sindaco sarà nuovamente nel suo ufficio. D’altra parte, secondo il Campidoglio, un appuntamento come questo era improrogabile e fissato ormai da tempo. E così, il Salva Roma, per il quale si era minacciato di mettere a ferro e fuoco la città, dovrà aspettare. E questo, all’opposizione, proprio non va giù. A partire da Fratelli d’Italia: «Il sindaco Marino con la scusa di improbabili cause istituzionali costringe l’Assemblea Capitolina a rinviare la fondamentale seduta sul Salva Roma, preferendo andare in ‘gita’ a Parigi» – ha dichiarato il portavoce capitolino della Costituente Andrea De Priamo, che ha concluso chiedendo le dimissioni del sindaco Marino, «dopo l’ennesima gaffe e dopo i disastri di questi mesi». Dello stesso parere Marco Pomarici, del Nuovo Centro Destra: «Il sindaco preferisce partire alla volta di Parigi per sostenere la causa della sinistra francese nelle elezioni amministrative. Gli chiediamo un gesto di dignità. Si dimetta e resti in vacanza a Parigi». Infine, nemmeno Luca Gramazio, capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, si è risparmiato: «Le analisi pubblicate da Il Tempo aggiungono ad arsenico e amianto anche alluminio e batteri. Mentre la vicenda acqua si fa sempre più preoccupante, mentre l’assemblea capitolina dovrebbe discutere del Salva Roma, Marino, con pessimo tempismo, pensa bene di andare a Parigi. Questa è l’ennesima perla che ci regala dal momento del suo insediamento. Dilettantismo puro».