Una nomina che però non è piaciuta affatto all’Udc siciliano, partito che sostiene l’attuale maggioranza di centrosinistra alla Regione ma che a Roma, invece, è già rientrato nelle fila della coalizione guidata da Silvio Berlusconi. La notizia del nuovo incarico a Ingroia è piombata sull’Ars nel bel mezzo del difficile dibattito riguardante l’istituzione dei liberi consorzi tra comuni, enti che dovrebbero sostituire le ormai dismesse province regionali nell’isola. Intanto la maggioranza, vittima dei franchi tiratori, è andata clamorosamente sotto sulla nascita delle tre città metropolitane di Messina, Catania e Palermo, scheletro del futuro assetto degli enti locali in Sicilia.
Sulla nomina dell’ex pm ci sarebbero, tuttavia, alcuni dubbi relativi ai requisiti. Secondo l’art. 145 dell’ordinamento amministrativo degli enti locali approvato con legge regionale 15 marzo 1963 n.16, possono essere nominati commissari «i dirigenti, aventi professionalità amministrative, dell’amministrazione della Regione o dello Stato, in servizio o in quiescenza». Ingroia, che ha lasciato la magistratura, è un ex dipendente dello Stato ma non è ancora in pensione. Secondo fonti del governo regionale, invece, Ingroia rientrerebbe tra i dipendenti dello Stato in quiescenza pur non percependo ancora la pensione.