Foibe. Menia: “Una fiamma accesa a ogni finestra per la nostra identità”

Foibe«Nel decennale del Giorno del Ricordo, mettiamo una una fiammella accesa a ogni finestra. Per non dimenticare, e continuare a costruire identità». A lanciare la proposta è un triestino: Roberto Menia, ex sottosegretario all’Ambiente, è il padre del ‘Giorno del ricordò e quest’anno vuole celebrare le vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata dipingendo le città con il caldo colore della fiamma. «Siamo nel decennale dell’istituzione del Giorno del Ricordo, la legge n. 92 del 30 marzo 2004 – ricorda Menia, oggi reggente di Fli – importante perché ha un grande significato morale e nazionale: è stato un modo per riconciliare l’identità nazionale con un pezzo di storia che era stato letteralmente cancellato».

«Dieci anni dopo – dice – il bilancio è positivo: il fatto che ogni anno se ne parli nelle scuole e che quei capitoli ‘sbianchettatì da una storiografia di parte siano studiati in aula e siano entrati finalmente nei libri di storia, è una conquista di civiltà. Che prosegue in tante iniziative, e parla con i libri ma anche con il teatro come nel caso di ‘Magazzino 18’, lo spettacolo di Simone Cristicchi». «In questo tempo –  racconta – siamo riusciti ad abbattere tanti muri di ipocrisie e di colpevole silenzio sulla tragedia delle foibe. Ci sono tanti italiani che ancora non sanno ciò che avvenne durante l’esodo giuliano-dalmata e le vicende del confine orientale negli anni 1943-1950, ma i giovani oggi conoscono la verità. È cresciuta la consapevolezza di quei fatti di sangue al confine orientale, c’è un altro racconto…».

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