Foibe. Blitz della Giovane Italia contro Marino: “Tagliare i fondi? Una scelta politica”

Un blitz sotto la statua di Marco Aurelio in Campidoglio, per protestare contro la decisione del sindaco Marino di tagliare i fondi alle scuole per i viaggi di istruzione alle Foibe. Sono stati srotolati 2 striscioni con su scritto: “Marino, il ricordo non si taglia!” e “Noi siamo ancora qui per ricordare, Noi siamo ancora qui per chi vuole dimenticare”. A protestare così la Giovane Italia: alcuni militanti si sono anche stretti i polsi con una corda, a simboleggiare l’offesa arrecata dalla decisione di Marino ai martiri delle Foibe.

“Oggi siamo qui per manifestare contro la decisione del sindaco di tagliare i fondi destinati alle scuole per portare gli studenti in visita nei luoghi del ricordo delle Foibe”. Così Pierpaolo Ceci, dirigente romano della Giovane Italia. Che continua: “Marino sta impedendo agli studenti di vedere personalmente i luoghi dove quella tragedia si è consumata. Questo, sottolinea la volontà del Sindaco di non inserirsi in quel processo di riconciliazione nazionale intrapreso 10 anni fa con la legge che istituisce la Giornata del Ricordo”. “Crediamo – continua Ceci – che quella del sindaco sia una scelta politica, nascosta dietro ragioni economiche. Ma nessuna ragione di tipo economico potrà cancellare il ricordo di migliaia di vittime italiane uccise dai partigiani titini con l’unica colpa di essere italiane”.

Gli fa eco Giovanni Quarzo, capogruppo di Forza Italia in Campidoglio: “Siamo qui per dimostrare che ancora una volta il sindaco Marino ha dato sfoggio della sua inadeguatezza a ricoprire il suo ruolo. Tagliando i fondi per i viaggi nei luoghi dove si è consumato l’orrore delle Foibe, ha dimostrato di non avere a cuore tutti i cittadini, ma solo una parte. Marino ha dimostrato di essere un sindaco di parte, e quindi di possedere solo una parte della memoria”.  “Per tanti anni – continua – in questa città si è parlato di Foibe, e ora si cerca di cancellare tutto. Come Forza Italia presenteremo un documento in Campidoglio, perché i martiri delle Foibe non moriranno una seconda volta, finché qualcuno li ricorderà”.

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M.B.

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