Politica. Le contromosse di Alfano sulla legge elettorale al Senato. Verso un Letta bis

Alfano(da Pesaro) Angelino Alfano e la pattuglia di ministri del Nuovo Centrodestra non hanno tanta paura: l’accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, siglato al Nazareno davanti alla foto di Che Guevara e Fidel Castro, non estrometterà gli azzurrini di NCD dal tavolo delle trattative. A Pesaro, durante la due giorni di lavoro dei giovani alfaniani, le idee sono chiare: senza NCD le riforme non si fanno e quindi la proposta di legge elettorale che arriverà in Parlamento nascerà anche da un accordo con Alfano&co.

Alcuni punti andranno smussati. Sabato, nella sede nazionale del Pd, il Cav e Renzi hanno chiuso sul cosiddetto “modello spagnolo” che prevede un premio di maggioranza al 35%, uno sbarramento nemmeno troppo alto (al 5%) e listini bloccati circoscrizionali che non permetteranno agli elettori di scegliere i propri candidati, proprio come è successo col Porcellum. NCD non ci sta ed è pronto a far sentire il suo peso al Senato che è determinante soprattutto se alla riforma della legge elettorale si aggiungerà la modifica costituzionale del titolo quinto della Costituzione. Per far questo, infatti, serve una maggioranza molto più ampia di quella che possono assicurare Partito democratico e Forza Italia e quindi bisogna lavorare di lima per superare le incomprensioni.

Le convocazioni sono state inviate. Sabato, il primo lancio d’agenzia dopo l’incontro del Nazareno aveva fatto sgranare gli occhi ai ministri del Nuovo Centrodestra: la “perfetta sintonia” tra Renzi e Berlusconi ha portato con sé una vagonata di panico che però è svanita, via via, nel corso della serata dopo una telefonata scacciapensieri tra Alfano e Renzi. Lo racconta il Corriere, ma a Pesaro ci sono le conferme: i due leader si sono chiariti e sembra che il segretario del Pd non abbia alcuna voglia di silurare NCD per imbarcare Silvio, nemico numero uno della base dem.

E quindi si va avanti. Se davvero Renzi e Berlusconi hanno deciso di dover riscrivere parte della Costituzione e dire addio al Senato, ecco che allo stesso tempo hanno blindato Enrico Letta e il suo governo. Per fare tutto questo, infatti, ci vuole tempo tecnico che nemmeno l’iperattivismo del sindaco di Firenze può superare. Così, al netto di colpi di testa improvvisi, l’immediato futuro di Palazzo Chigi è segnato: ci saranno Letta e Alfano. Il leader di NCD, insomma, ha preso il suo punto ed è più forte perché sa che con queste carte sul tavolo la legislatura va avanti fino al 2015, con buona pace di chi sabato pensava che la legislatura si dovesse chiudere all’ombra di una foto del Che. E non si esclude un Letta bis che tenga nella dovuta considerazione il sostegno prezioso (e indispensabile) degli alfaniani alla stabilità di governo.

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Michele Chicco

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