Il caso. La convenzione rosso antico con Editori Riuniti divide i giovani democrat

La convenzione contestata

L’ordine è arrivato dalle stanze buie del direttivo di Giovani Democratici: “Compagni, bisogna tornare a leggere Gramsci”. L’exploit renziano ha fatto tremare i polsi ai vertici di GD che temono una virata a destra del movimento giovanile. Per tamponare la falla, il loro leader, Fausto Raciti, rampante onorevole della Repubblica di area Giovane Turca, ha pensato di avvicinare i nuovi iscritti alle colte letture dell’intellighenzia comunista siglando una partnership con Editori Riuniti: uno sconto del 25% sui libri in catalogo per tutti gli iscritti. L’idea è di autofinanziarsi riscoprendosi librai, ma in realtà l’obbiettivo da raggiungere è quello di far (ri)sfogliare autori “storici” della sinistra (non solo italiana) a chi si avvicina al mondo democratico. E alcuni tra loro non l’hanno presa bene.

FuturDem, la corrente “liberal” di GD, ha levato gli scudi: “Il progetto – hanno scritto – è a rischio conflitto d’interessi e sembra rispondere a una logica correntizia lesiva del pluralismo”. Nella loro denuncia, apparsa sul quotidiano di casa, Europa, si chiedono se sia giusto avvicinare i giovani iscritti a “filoni di pensiero minoritari, non esaustivi della parola Sinistra”. Chiedono, per questo, un’immediata marcia indietro e, semmai, una futura consultazione tra gli iscritti: le primarie della cultura, verrebbe da chiamarle, unica via per superare la “connotazione politica fin troppo perimetrale” che è stata “imposta” con la partnership firmata in fretta e furia.

Raciti, però, non molla e si difende: primo, dice, sebbene lui abbia pubblicato un libro con Editori Riuniti, non c’è alcun conflitto di interessi; secondo, “legare il nostro finanziamento alla cultura ci è sembrata una cosa bella”. Ma il bello, si sa, non è oggettivo e FuturDem condanna, più che la scelta in sé, la casa editrice con la quale si è chiuso l’accordo: sarebbe piaciuto di più un editore con un catalogo meno rosso, più liberal e moderno, insomma. E invece così non è: tra il Manifesto del Partito Comunista e i libri di Achille Occhetto, la Riuniti ha un gusto “classico” che un po’ stona con l’acne giovanile degli under ’93 che popolano le sezioni di GD.

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Michele Chicco

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