Libri. “Il dolore pazzo dell’amore” di Buttafuoco come educazione sentimentale

il dolore pazzo dell'amoreL’incanto, soprattutto per l’incanto bisogna leggere “Il dolore pazzo dell’amore” di Pietrangelo Buttafuoco.  Un libro sfuggente, difficile da definire: racconto poetico, educazione sentimentale,  antologia di madeleine. Dentro ci sono tutti gli odori, i sapori, la musica della Sicilia: “Non lo conoscevate, vero, quest’uso di succhiare un fiore di gelsomino e poi baciare?”. La Sicilia, terra natale mai davvero abbandonata, semplicemente abita l’autore: non è cosa che possa cambiare con un trasloco, lo capisce perfino chi ha radici più fragili delle ali. Solo a prima vista questo libro può sembrare un romanzo della nostalgia (il dolore del ritorno): lo è etimologicamente. In realtà è un viaggio vivacissimo e dunque vivo, pieno di persone, più che di personaggi, tratteggiate in pochissime righe, ma perfettamente dipinte (“Zio Nunzio era sposato con zia Rosa, ma era ubriaco di femmine per quel motivo tutto siciliano e tutto sensuale di esagerare, visto che in quella terra, al passaggio di una sottana, pure le pietre sudano”). Il passato non passa, sembra volerci dire Buttafuoco. Cioè siamo tutto ciò che abbiamo ascoltato, guardato, toccato, respirato: siamo costruiti  per addizione, operazione molto più gioiosa e feconda della sottrazione che impone l’oblio.  Regalatelo a qualcuno cui volete restituire la felicità di desiderare: non c’è miglior antidoto allo squallore della poesia.

* da Il Fatto quotidiano

Silvia Truzzi

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