La diretta. Il leader dei Forconi Calvani attacca Letta e Alfano

no suicidiOre 18. «Gli infiltrati? Sono Letta e Alfano». Chiude così Danilo Calvani le polemiche legate alla presenza dei movimenti di destra all’interno della manifestazione: le tensioni, su cui l’attenzione di certa stampa si era fatta morbosa, non ci sono state. «Io non vedo nessuna infiltrato. Qui ci sono solo bandiere italiane. I veri infiltrati sono quelli in Parlamento e parlo di Alfano, Letta, Bindi, Formigoni e gli altri. È una cosa chiara ed evidente a tutti».

Dopo che la piazza ha innalzato come unici rappresentanti del popolo Falcone Borsellino, ha preso la parola Calvani. Durissimo il suo intervento contro il capo dello Stato: «Gli italiani non vogliono  rinunciare alla loro sovranità presidente ma a un presidente come  lei». Piazza del Popolo, secondo il portavoce del Coordinamento, rappresenta un momento importante ma non la fine della protesta: «Abbiamo indetto una iniziativa ad oltranza. Non sciogliamo i presidi, ma allentiamo per le feste. Dopo, però, se i politici non se ne vanno la lotta sarà più dura e determinata».

Resta la “guerra di cifre” sulle presenze al presidio: tremila persone secondo diversi media, almeno diecimila secondo gli organizzatori (in ogni caso il presidio si terrà fino a mezzanotte). Polemiche anche sul fatto che molti treni diretti a Roma per la manifestazione dei Forconi che «si sono fermati perché rotti» ha denunciato Calvani. Stesso discorso per diversi pullman che sono stati fermati dalle forze dell’ordine nei pressi della Capitale.

Ore16. La piazza inizia a riempirsi. «Qui paghiamo il pizzo non le tasse». «Voglio andare a votare, non voglio Letta e non voglio Alfano». Questi alcuni degli slogan ripetuti dai manifestanti. Delegazioni arrivano dalla Sardegna, dalla Campania, dalla Sicilia. Applausi dalla piazza all’arrivo di Danilo Calvani, uno dei  leader della protesta.

Dal vicino piazzala Flaminio arrivano altre delegazioni romane. Molto applaudito dalla piazza lo striscione portato da un gruppo di ragazzi: «Studenti, braccianti, operai, il solo non sorge più a Bruxelles». «Una critica mirata alle politiche antisociali dell’Ue», spiegano. Pochi minuti dopo arriva anche CasaPound, che ha scelto una “passeggiata” per arrivare a piazza del Popolo. Non si è registrato alcun momento di tensione all’arrivo dei giovane del centro sociale non conforme. “Un popolo, un vessillo, una nazione”, questo lo slogan che viene scandito a ripetizione dai militanti di Cpi.

Ore 12. Piazza del Popolo aspetta di essere riempita dal popolo dei forconi. Dalle 15 la storica “sede” dei comizi politici e dei festeggiamenti sportivi e non della Capitale ospiterà la manifestazione dell’ala spontaneista che ha dato vita ai presidi in tutta Italia assieme al movimento dei forconi. «Sarà una festa di popolo», ha spiegato Danilo Calvani, uno dei leader dei forconi che ha da qualche giorno rappresenta l’ala più vicina alle rivendicazioni generali di una piazza che non rappresenta più solo agricoltori e autotrasportatori ma «oramai è composta da precari, studenti, disoccupati: italiani che vogliono esprimere una rabbia non violenta». Le richieste? Governo a casa, senza se e senza ma.

In piazza – come è stato annunciato – anche CasaPound ma, come promesso, senza simboli se non il tricolore. Simone Di Stefano, vicepresidente dell’associazione, ha spiegato i motivi per i quali scenderanno in piazza nonostante le polemiche legate alla presenza del centro sociale: «Calvani dice che non ci vuole? E come ci impedirà di manifestare? Arriveremo in duemila a piazza del Popolo. Il Coordinamento del 9 dicembre ha chiamato tutti gli italiani e noi ci saremo, senza vessilli politici e con il triolore». Da Di Stefano, poi, arriva anche un invito ai grillini: «Uscite dal Parlamento, siete in 150, che state a fare là dentro?».

Confindustria: «Comprensibili i motivi della protesta». Un inaspettato endorsement ai forconi è arrivato da Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria: «Il movimento è ampiamente giustificabile». Il problema, secondo il presidente di Confindustria, è che «negli ultimi tempi non ci siamo molto concentrati a fare le cose necessarie per ritrovare la crescita». Il risultato è che oggi «la situazione dell’economia reale è drammatica. E questi movimenti – ha commentato ancora Squinzi – cominciano ad essere un’esternazione visibile di una situazione che resta molto, molto difficile».

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Elena Barlozzari e Luca Cirimbilla

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