Forconi. Confermato il presidio a piazza del Popolo a Roma. Liberato il vicepresidente di Cpi

senza romaLa notizia è che mercoledì a Roma in piazza i forconi ci andranno. L’altra è che i forconi si sono dissociati e hanno annunciato che andranno in piazza, sempre a Roma, ma un altro giorno. Si spacca insomma il fronte che ha creato il “Coordinamento 9 dicembre” proprio in vista dell’appuntamento clou del movimento nella Capitale. Da una parte la cordata spontaneista (che non riconosce portavoce né referenti) che manifesterà – con tutta probabilità – in piazza del Popolo e che viene rilanciata da alcuni coordinatori del coordinamento. Dall’altra i due esponenti del movimento, Ferro per i siciliani e Chiavegato per i veneti, che hanno sconfessato l’opzione di mercoledì denunciando il pericolo infiltrazioni.

Qui Calvani. «Capisco la preoccupazione dei politici e i loro tentativi di scoraggiare in ogni modo chi vuole manifestare. Ma noi siamo certi che riempiremo Piazza del Popolo senza alcuna violenza e senza nessun movimento politico di estrema destra che non ha nulla a che fare con noi e dei quali non devo rispondere». Così Danilo Calvani leader dei Comitati Agricoltori Riuniti, ha rilanciato il presidio. Davanti all’altolà del sindaco di Roma sull’ipotesi che il presidio possa trasformarsi in un accampamento Calvani ha risposto che «mercoledì a piazza del Popolo non avremo nessuna tenda e il sindaco Marino dovrebbe sapere che siamo stati autorizzati a fare una manifestazione senza alcuna occupazione di suolo pubblico». Da parte di Calvani anche una risposta alle accuse rivoltegli dai suoi ex sodali: «A Ferro e Chiavegato dico di stare attenti a non cadere nelle trappole del Governo, di Alfano o di chi per lui, visto che stanno improvvisamente morendo dalla voglia di dialogare con sottosegretari, deputati o altro. Forse la politica non si aspettava che la nostra protesta diventasse così forte e adesso, per paura, offre a certi leader qualcosa di interessante per loro».

Qui Ferro. «Mercoledì ribadisco che non saremo a Piazza del Popolo, perché chiudersi in una gabbia?». Replica così Mariano Ferro, leader dei forconi siciliani al “collega” Calvani. «Noi stiamo lavorando per fare qualcosa di efficace – ha spiegato – Non sarà una manifestazione a far cadere il governo e non possiamo correre il rischio di infiltrati violenti». «Questo governo non vuole andare a casa? Allora ci dia delle soluzioni. Noi andiamo avanti e non ci fermiamo perché vogliamo portare a casa risultati». Alla fine, però, Ferro non polemizza con chi comunque andrà in piazza mercoledì: «Su una nuova manifestazione non abbiamo ancora deciso e mercoledì, invece, ognuno è libero di
scegliere se andarci o meno».

 

Il “mattinale” con i Forconi. Mentre Enrico Letta stigmatizza la piazza dei Forconi si schiera apertamente con i manifestanti il “mattinale” di Forza Italia, ossia il foglio di servizio del gruppo parlamentari degli azzurri. «I forconi e le altre varie sigle che protestano, spesso mal guidati e a rischio di infiltrazioni di violenti e di provocatori, sono però espressione di un ben più vasto amalgama sociale messo ai margini del processo produttivo e dalla considerazione sociale, dopo essere stati a lungo identificati come i migliori interpreti del modello sociale italiano. Sono i lavoratori autonomi, i piccolissimi e piccoli imprenditori, gli artigiani, i commercianti di vicinato. I loro dipendenti. Il ceto borghese e piccolo borghese».

CasaPound: liberato Di Stefano. «Quella bandiera non è un simbolo, non rappresenta niente. Le bandiere degli stati nazionali europei hanno un significato spirituale altissimo, perché sono frutto del sangue e dei sacrifici dei nostri nonni. Quella invece è semplicemente la bandiera di una costruzione tecnico-finanziaria che sta uccidendo uno dopo l’altro i popoli europei». Appena fuori dal palazzo di Giustizia – dove è stato processato per direttissima con l’accusa di furto pluriaggravato – Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound, ha rivendicato così il senso di quella “sostituzione” della bandiera dell’Ue con il tricolore, un gesto che il pm nella sua requisitoria ha giudicato un furto non di un oggetto ma di un simbolo. Di Stefano, liberato stamattina dopo l’arresto e che adesso sconterà tre mesi di firma obbligatoria, ha già annunciato la prossima tappa della protesta degli “italiani suidicati” (protagonisti del flash mob sotto la sede italiana del Parlamento europeo): «Mercoledì saremo in piazza con il “popolo del 9 dicembre” per chiedere lo scioglimento delle Camere dato che il governo attuale si tiene in piedi senza alcuna vocazione popolare».

Mse protesta per la casa. C’è chi invece ha piazzato le tende al Circo massimo di Roma per protestare sull’emergenza casa. Sono i militanti del Movimento sociale europeo che da stamattina – esponendo uno striscione con su scritto “Campo Roma” hanno piantato alcune tende in segno di protesta. «Da questa mattina con tende, bandiere e striscioni ci siamo “accampati”. Un presidio ad oltranza, che idealmente si unisce, dopo i blitz di lunedì scorso, al popolo del 9 dicembre, ma non ai Forconi».

Paul Gascoigne

Paul Gascoigne su Barbadillo.it

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