Forconi. Grillo fa l’entrista la sinistra e la Cgil scomunicano e le destre solidarizzano

italiani che non si arrendonoLa protesta dei Forconi d’Italia non si ferma. Chi pensava che sarebbe stato un fuoco di paglia si è dovuto arrendere all’evidenza: da Nord a Sud anche il “dieci dicembre” ha visto i movimenti spontanei dei lavoratori protestare in diverse località italiane. Oggi si è assistito alla “marcia” dei trattori su Milano, ai sit-in in diversi comuni (Barletta, Imperia), ai rallentamenti in autostrada in Veneto e a decine di assemblee di piazza per coordinare i giorni di protesta che accompagneranno la decisione di domani sulla fiducia al governo. Se la manifestazione su Roma – come ha spiegato il leader Mariano Ferro – non è ancora stata stabilita, resta comunque alta l’attenzione per ciò che avverrà dopo la votazione del Parlamento sul destino dell’esecutivo Letta.

La città più calda, anche oggi, è stata Torino dove – tra blocchi del traffico e cortei spontanei – si è assistito a un faccia a faccia “storico” tra il coordinamento “Nove dicembre” e i rappresentanti della Fiom davanti al consiglio regionale con quest’ultimi che sono stati invitati dai manifestanti a sloggiare: un’immagine emblematica di come il movimento associ nella critica tanto il “palazzo” quanto i sindacati. Ma come sta reagendo la politica a questa esplosione di dissenso?

Grillo prova un’entry strategy
Dopo averla sottovalutata e forse non compresa, Beppe Grillo cerca di correre ai ripari e di partecipare alla protesta con un post sul suo blog nel quale ha invitato la polizia – che ieri ha visto qualche agente togliersi il casco in solidarietà con i manifestanti – a non scortare e difendere più i politici del governo nazionale e locale: «La protesta di ieri può essere l’inizio di un incendio o l’annuncio di future rivolte forse incontrollabili. Alcuni agenti di Polizia e della Guardia di Finanza a Torino si sono tolti il casco, si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. È stato un grande gesto e spero che per loro non vi siano conseguenze disciplinari. Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare».

Sinistra contro i Forconi
Se Grillo un po’ furbescamente ci prova, la sinistra di governo si è fatta trovare totalmente spiazzata da ciò che sta avvenendo nelle piazze italiane. Senza il conforto di sigle sindacali e movimenti border line i politici della gauche sembrano scoprire tutto il gusto dello Stato forte. Qualche esempio? «Va bene dare attenzione e ascolto alla frustrazione e alla rabbia che hanno portato in piazza migliaia di persone, ma si deve dire no alla delegittimazione dello Stato», spiega la parlamentare torinese del Pd Anna Rossomando secondo la quale «la protesta sta travalicando i limiti della legalità». Più esplicita la deputata savonese Anna Giacobbe: «La reazione dello Stato deve essere all’altezza di questa grave situazione e delle attese dei cittadini». In che senso? «Ciò che sta accadendo qui, come in altre città italiane, è gravissimo. Non si tratta del giusto diritto di manifestare, anche in modo forte, ma di provocazioni di gruppi di persone che vorrebbero tenere in ostaggio le città per un preciso disegno antidemocratico. Le forze dell’ordine e gli apparati dello Stato devono essere certi che la comuanità locale e tutte le rappresentanze democratiche sono consapevoli e determinate a respingere la natura politica e la forma di quelle provocazioni».

La Cgil teme di essere rottamata dalla protesta
Chiarito il fatto che per il Pd le manifestazioni dei Forconi sono “provocazioni”, a dare man forte ci ha pensato anche il leader della Cgil Susanna Camusso: «In alcune dichiarazioni del Movimento dei forconi c’è un’invocazione dell’autorità che decide e semplifica che è preoccupante». Secondo Camusso le contestazioni spontanee dei lavoratori chiedono meno tasse e la difesa dei prodotti italiani vanno lette così: «Nella semplificazione sono molto facili le torsioni autoritarie, non dico golpiste ma c’è il rischio di una progressiva riduzione degli spazi democratici, non solo della rappresentanza politica ma anche di discussione sulle risposte collettive». Ma alla fine il segretario getta la maschera: «è difficile immaginare l’efficacia di un movimento o di una organizzazione se alla fine non si raggiungono gli obiettivi e c’è l’assenza di un’idea o di un quadro di interlocuzione o anche conflitto con la sfera politica». Lo traduciamo noi: se non state nella Cgil – e non interloquiamo noi con la politica – la protesta non ha più i connotati per essere tale.

La destra eurocritica: “La protesta dei Forconi è genuina”
Se il centrodestra di governo (con Forza Italia) ha chiesto, assieme al Pd, che il ministro Alfano riferisca in Aula sul fatto che i poliziotti abbiano solidarizzato con i manifestanti, c’è chi a destra si smarca dalla sindrome legalitaria a tutti i costi. A difendere i Forconi, insomma, ci pensa la destra di opposizione: «Sono persone normali, non la classe dirigente di banchieri, burocrati o privilegiati che Letta incontra ogni giorno per farsi battere la mano sulla spalla». Così Guido Crosetto risponde agli strali provenienti dalla sinistra. «Sono persone che vanno rispettate perché non stanno facendo politica ma urlano la loro disperazione. Se il governo e la maggioranza che lo sostiene approveranno questa legge di stabilità daranno un calcio in faccia a questa motivata protesta. Faccio un appello ad Alfano e a Renzi: oggi potete scegliere se stare con il vostro Paese o con l’eurocrazia finanziaria e burocratica». Anche la Lega, con il suo nuovo segretario Matteo Salvini, esprime parole di comprensione e sostegno per la protesta popolare: «Le proteste dei forconi? Sono vittime anche loro di un mercato privo di regole che nel nome del profitto e di un’Europa demenziale sta danneggiando camionisti, tassisti, artigiani, pescatori, agricoltori, infermieri e maestri di sci. I vincoli dell’Unione Europea stanno massacrando il lavoro».

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