Antiracket. Ai turisti inglesi in Italia la Guida No Pizzo: “Pay those who don’t pay”

no pizzo

Almeno per una volta, i sudditi della regina Elisabetta prendono ad esempio l’Italia. Il caso è quello della traduzione in inglese della Guida per il consumatore critico antiracket, curata dalla Federazione della associazioni antiracket e antiusura italiane. Ovvero, una sorta di Pagine gialle degli oltre 1000 commercianti che in Italia hanno detto no al pizzo e al racket delle estorsioni.

 

Uno strumento ritenuto oltre la Manica talmente prezioso che l’ambasciatore britannico a Roma Christopher Prentice ha voluto fosse reso di facile utilizzo per i viaggiatori di lingua inglese in Italia. Il turismo responsabile sembra essere dunque uno degli strumenti più efficaci per promuovere sul mercato chi ha deciso, anche a rischio della propria incolumità, di optare per l’economia legale. Il mantra da seguire è dei più immediati: “Pay those who don’t pay”, per dirla in inglese. Ovvero: paga chi non paga. Un gioco di parole che dà appunto il nome alla traduzione della guida “pizzo free”.

 

Nell’introduzione alla guida, è lo stesso Christopher Prentice a spiegare quanto il Regno Unito guardi con ammirazione al lavoro svolto finora dalle istituzioni nostrane nella lotta alla criminalità organizzata: «Il governo britannico e quello italiano – ha scritto – sono impegnati in una battaglia comune. La legislatura antimafia vigente in Italia, prodotto di anni di esperienze amare nella lotta contro la mafia ed altre organizzazioni criminali, è stata esaminata con attenzione dai politici e dagli esperti degli altri Paesi con l’obiettivo di implementare molte delle lezioni che l’Italia ha dovuto imparare in questo contesto».

 

Buone notizie sul fronte antimafia arrivano pure dal territorio siciliano. Il sindaco del comune etneo di Biancavilla, Pippo Glorioso, ha lanciato l’iniziativa di esentare dalle tasse chi denuncia il racket delle estorsioni. Un gesto accolto da molti come rivoluzionario. «Noi vogliamo lanciare ai commercianti, agli imprenditori ed ai professionisti – dichiara il primo cittadino – un messaggio che è forte ma al tempo stesso anche semplice: state dalla parte della legalità. Chi ha il coraggio di denunciare chi impone il pizzo, per cinque anni sarà messo nelle condizioni di non pagare i tributi locali: sarà l’autorità giudiziaria ad informarci di volta in volta mentre noi – conclude Glorioso – faremo la nostra parte togliendo tasse come l’Imu, l’addizionale Irpef, la spazzatura, l’acqua e tutto il resto».

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Fernando M. Adonia

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