VaffaDay. Grillo si riprende la piazza anche per strigliare parlamentari M5S

Schermata 2013-11-29 a 20.28.36Il Movimento Cinque Stelle torna in piazza per ricoprire (quasi tutti) con il più scontato degli insulti: domenica primo dicembre, a Genova, ci sarà il terzo VaffaDay e Beppe Grillo pregusta il grande palco tutto per sé. Il comico-leader scalderà la piazza ligure attaccando il Palazzo e ripercorrerà la storia del M5S con un suo personalissimo ritorno alle origini. Era l’otto settembre del 2007 quando, da Bologna, Grillo lanciò il suo primo anatema contro “la casta” a colpi di vaffanculo: sono passati sei anni, il linguaggio non è cambiato di una virgola, ma il resto sì. E parecchio.

Quello che era un movimento di protesta, che raccoglieva delusi e incazzati, è diventato un partito politico in grado di rastrellare un quarto dei voti in palio alle elezioni politiche di febbraio scorso. Il comico è entrato in Parlamento con una folta truppa, ma non solo: a Parma, nel 2012, è stato eletto il primo sindaco grillino di una grande città e in Sicilia, lo stesso anno, il M5S ha fatto il pieno di consensi contro ogni aspettativa. Una crescita costante che sembrava inarrestabile fino alle elezioni regionali del Trentino Alto – Adige quando i grillini hanno perso, appena pochi mesi dopo le politiche, circa la metà dei voti (fermandosi al 2,5% in provincia di Bolzano).

Nel momento più difficile dei Cinque Stelle, insomma, Beppe Grillo ha pensato di ritornare a galvanizzare la piazza colma di militanti: i risultati scarsi, i sondaggi in picchiata e i bisticci in Senato terrorizzano il leader carismatico del Movimento che adesso ha disperato bisogno di ritornare ad essere l’uomo in grado di dettare l’agenda politica del Paese. Vuole il pienone nella sua città, in cambio promette di recitare il meglio del suo repertorio: Napolitano, Alfetta e lo Psiconano saranno mandati a fanculo con la solita foga, ma chissà se verrà da sorridere a Fico&co.

I parlamentari Cinque Stelle, infatti, sono quelli che più di tutti sentono la responsabilità del lento declino: l’affaire diaria, le goffe riunioni in streaming e i dibattiti sulla “partecipazione” stanno minando il cammino del Movimento. “Adesso basta”, ha pensato Grillo: si ritorna alle origini per non perdere più tempo e si fa come dice lui. Nel 2007, un’èra politica fa, fu scelto l’otto settembre perché giorno “simbolo” del trasformismo all’italiana; oggi si incontrano all’indomani della decadenza di Silvio Berlusconi dal suo scranno in Senato: è cambiato tutto, ma il tempo di un “vaffanculo” non si nega a nessuno. E magari fischieranno le orecchie anche a Roberta Lombardi, Paola Taverna e Vito Crimi.

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Michele Chicco

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