Milan. La rottamazione versione Barbara Berlusconi: Galliani saluta e se ne va

gallianiSarà pure ‘ricambio generazionale’, ma se sei la figlia del padrone tutto diventa facile. Così, in queste ore, si è consumato il tragico seppuku di Adriano Zio Fester Berlusconi. Ucciso – parlando in termini milanisti, ovviamente – dalla spada insanguinata brandita dalla determinatissima Barbara Mercoledì Berlusconi.

 

VECCHIO MARPIONE – Chi sia, sportivamente parlando, Adriano Galliani è fin troppo noto a tutti. Uomo immagine del Milan, quasi più del presidente Silvio Berlusconi (almeno in questi ultimi anni), accusato e nemmeno troppo velatamente di esser stato in gioventù nientemeno che juventino, è stato uno dei centri di gravità permanente del Milan dalla fine degli anni ’80 fino ad oggi. Ha visto Sacchi, Capello e Ancellotti. Ma pure Tabarez e Allegri. Ha acquistato Van Basten, Rijkaard e Gullit. E anche Kluivert, Bogarde e Borghi.Lui, che fino all’anno scorso si riteneva un intoccabile dato che ha scritto la pagina forse più importante della storia del Milan (tranne Rivera….), ci tiene a far pesare la sua figura: “Io sono andato a prendere Kakà al Real Madrid, senza appuntamento. Mi hanno subito aperto le porte degli uffici…”. Ma forse, caro Zio Fester, pur di disfarsi del devotissimo brasiliano che con la camiseta blanca aveva fatto la figura del Cugino Coso, avrebbero aperto le porte anche allo sgangherato presidente Borlotti della Longobarda…

 

IL PARRICIDIO – E’ una fase fondamentale della politica. Si consuma, come apprendiamo in queste ore, anche nel calcio. Mentre nessuno riesce a mettere Silvio in un angolo (vedi Fini e Alfano, ma questa è un’altra storia), Galliani si è trovato a dover lasciare il ruolo di amministratore delegato del Milan. A favore della determinatissima Barbara, sguardo fermo e cinismo degno della migliore Mercoledì Addams, che nelle ultime settimane – sfruttando pure le prestazione terrificanti in campionato dei rossoneri di Max Lerch Allegri – è riuscita a far silurare l’ingombrantissimo Zio Fester. Dopo una fase di affiancamento, Barbara ha messo all’angolo Galliani. Adesso si apre il suo regno milanista.

“UN PO’ DI ELEGANZA” – Che la gratitudine sia il sentimento del giorno prima è verità che da sempre campeggia nei manuali di politica. Adriano Galliani (e in fondo almeno l’80% degli italiani a prescindere della fede calcistica) ha pensato che avrebbe meritato ben altro trattamento. Lui lo ha detto senza mezzi termini: “Va bene il ricambio, ma non così. Un po’ di eleganza…” E forse l’avrebbe pure meritata.

 

L’ADDIO E IL TRIBUTO – Zio Fester, prima di lasciare l’incarico, aspetterà il match di Champions League contro l’Ajax. Sarà una partita decisiva per il Milan, contro i ragazzi terribili di Franck De Boer che hanno schiantato il Barcellona nell’ultimo turno europeo. Ascolterà, per l’ultima volta da dirigente del Milan, la musichetta della Champions. A fine gara Adriano Galliani saluterà tifosi, squadra e calciatori e passerà – a muso duro – il testimone a Barbara. Si aspetta l’ovazione, come quando Franco Baresi diede l’addio al calcio giocato. Speriamo (per lui) che non farà la fine di Paolo Maldini…

 

 

 

L’INCOGNITA DEL FUTURO – Sulla soglia dei settant’anni, dopo ventisette anni passati al timone del Milan, Adriano Galliani non sa ancora quale sarà il suo futuro. Nei giorni scorsi si è diffusa una voce insistente: sarà lui a organizzare la campagna elettorale di Forza Italia, dedicandosi anima e corpo alla costituzione dei club Forza Silvio. Si tratta di indiscrezioni che, per ora, non trovano riscontro ma che fanno tornare in mente le parole pronunciate da Angelino Alfano (sì, proprio lui) durante un dibattito svoltosi ad Atreju, qualche anno fa. “Noi siamo la squadra e voi dovete essere i nostri tifosi”, disse scatenando l’entusiasmo dei ‘Daje Angelì’. Se la politica non deve entrare nel calcio, chissà se sarà il football a fare un’incursione nel campo politico…

@barbadilloit

Giovanni Vasso

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