Calcio. Salernitana-Nocerina: spunta il rapporto segreto che accusa i dirigenti

Speriamo solo che non diventi l’ennesimo mistero d’Italia: ‘Repubblica’ lancia clamorose indiscrezioni sui retroscena del derby farsa Salernitana-Nocerina. Secondo quanto riportano fonti qualificate citate dal quotidiano diretto da Ezio Mauro, nel bus dei calciatori ospiti i dirigenti della società rossonera avrebbero imposto ai loro tesserati la versione ufficiale delle minacce di morte e ventilato l’ipotesi di condizionare l’incontro con il gioco dei falsi infortuni.

TESTIMONI SCOMODI – In un rapporto super-segreto fatto recapitare all’attenzione del Procuratore federale Stefano Palazzi, che seguirà l’inchiesta sui fatti dell’Arechi in prima persona, si legge chiaramente che alcuni rappresentanti dei vertici del club di Nocera Inferiore avrebbero suggerito ai calciatori come non giocare l’incontro. Durante le fasi concitate precedenti il controverso match fasullo di venti giorni fa, i manager nocerini avrebbero inoltre convinto i calciatori, prevedendo gli interrogatori cui sarebbero stati sottoposti, di rispondere agli inquirenti (sportivi e non) che tutti loro avevano subito intollerabili minacce di morte. Però quegli stessi dirigenti non si sarebbero accorti della presenza, al fitto conciliabolo, di un funzionario della Digos e di un rappresentante della Procura federale.

SCIOPERO DEL TIFO- Giorni fa, dopo un assordante silenzio stampa, era intervenuto sui fatti il dg della Nocerina, Gigi Pavarese. “Abbiamo subito minacce di morte se mai avessimo giocato il derby con la Salernitana”, ha spiegato ai giornali locali e non a distanza di quasi due settimane dalla partita farsa. I supporters della Nocerina, colpiti dalla raffica di Daspo e denunce, non hanno per niente gradito. La curva rossonera, perciò, ha deciso di scioperare ad oltranza. Si rompe, definitivamente, un idillio: società e tifosi, infatti, hanno sempre avuto un ottimo rapporto al punto che i sostenitori, nell’anno della storica promozione in B, hanno sottoscritto tutti la famigerata tessera.

SALERNO E IL FEMMINICIDIO – Che i fatti dell’Arechi abbiano fatto tremare il calcio è un dato. I danni all’immagine sono stati, comunque, avvertiti, sia da parte delle società coinvolte (oltre alla Nocerina, c’è la Salernitana che non ha la minima responsabilità negli accadimenti del derby farsa) che dalle istituzioni. Così a Salerno si è deciso, per il big-match vinto contro il Frosinone, di “sostituire” le magliette ‘Rispetto per Nocera’ con le T-shirt del Ministero degli Interni “Dai un calcio al femminicidio”, lanciando la campagna mediatica in Italia. Il copatron granata, Marco Mezzaroma, è tornato allo stadio dopo qualche settimana d’assenza (diserzione condivisa con il ‘socio’ e cognato Claudio Lotito) proprio per sottolineare la voglia di lanciare messaggi differenti da quelli ‘passati’ dopo l’incontro flop con la Nocerina.

TREMA IL SISTEMA CALCIO – Lo scandalo Nocerina ha già fatto una prima vittima, la tessera del tifoso. Adesso rischia di farne un’altra: la legge sugli stadi. E un’altra ancora: la placidità della paciosa (?) Lega Pro, gestita dalla coppia a forte trazione ‘nordista’ Macalli-Ghirelli. Applicare norme diverse tra Lega di serie A e B e Lega Pro rischia di aumentare un solco pesante che potrebbe avere un’altra conseguenza immediata: la terza serie (che subirà l’ennesima riforma l’anno prossimo) rischia di perdere lo status professionistico agli occhi di tifosi e appassionati di calcio. L’incontro tra presidenti e forze dell’ordine di Perugia, previsto per il 9 dicembre, punta alle solite chimere degli stadi senza barriere e della definitiva uccisione del triste fenomeno del calcio-scommesse. Manca, però, un invitato eccellente: i tifosi. La Lega Pro ha già annunciato che lancerà l’ennesima farsa dei ‘derby della legalità’. Anche a Salerno – per mesi – si è lavorato all’iniziativa “Gioca il derby con i tifosi”. Si è persino sottratto tempo alle pressanti vertenze lavorative salernitane, in Prefettura, per seguire il progettino di Macalli e Ghirelli. Il risultato, però, è sotto gli occhi di tutti…

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Giovanni Vasso

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