Viva Zoro che fustiga la sinistra. Ma un Diego Bianchi a destra avrebbe vita brevissima

Avete presente Zoro? Si quello di Tolleranza Zoro (nel 2012 in onda su La7); insomma il militante del Pd in perenne crisi di identità, orfano schizofrenico del partito post-ideologico. Le sue strisce continuano ad essere intelligenti, brillanti, utili. Una rarità per il web, una specie di miracolo per il mainstream. Provare per credere: Finale di Partita, il docufilm sul 2011 che La7 ha riproposto pochi giorni fa, rappresenta nel suo genere una piccola chicca.

Diego Bianchi mette in scena una sinistra sfatta, liquida come la società in cui si muove, ma terribilmente attaccata alla vita: l’ironica distanza con cui Zoro racconta il Partito democratico , il suo cinismo, il dialogo costante fra il sé ante e post Bolognina, l’arrogante inattualità del militante da sezione, la presa per il culo delle alte gerarchie e dei nuovi dogmi progressisti, sono tutte sfumature di un’autoironia voluta e studiata. Il messaggio è chiaro: ci si può prendere per il culo solo finché si è vivi, finché si ha un obiettivo, un partito ed un nemico. La satira, persino la satira diretta contro se stessi, diretta a legittimare se stessi, resta dunque predominio della sinistra, luogo egemone del pensiero critico e della politica come spazio pubblico disciplinato.

Uno Zoro a destra? Ah ne avrebbe di cose da dire e da fare; tra feste trash, raduni fantasy, risikate geopolitiche, sedute di brainstorming e raduni per anziani. Il problema è che non farebbe ridere nessuno: la destra nata dalla fusione di liberali e identitari si è da tempo suicidata nella sua vincente, gravosa, serietà.

Seriosità, anzi, del marketing di Milano: dove tutto è calcolato numero per numero, parola per parola, brand per brand, fino al posizionamento sul mercato. Seriosità dell’infantilismo tolkieniano, il cui truce, oscuro, romantico sofismo tribale, altro non sembra essere che l’ultimo giocattolo spendibile trovato nella ruota degli esposti.  Provate a dire al tipo di Milano che il prodotto è bacato e che è inutile “spingerlo”! Provate a dire alla meglio gioventù che di metafore e demagogia non si campa e non si figlia! Sicuro che non riderà nessuno: uno Zoro a destra verrebbe malmenato il primo giorno di servizio. Licenziato. Marchiato. Perché la destra è fatta da gente seria, gente vincente, gente morta.

Giacomo Petrella

Giacomo Petrella su Barbadillo.it

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