Sicilia. Crocetta manda ko il M5S sulla sfiducia: insidie in arrivo dal congresso Pd

crocettaRosario Crocetta è ancora in sella. Schivato il voto di sfiducia proposto dal Movimento cinque stelle. Con un netto 46 a 31 (6 gli astenuti), l’Assemblea regionale siciliana riconsegna al presidente della Regione un mandato quanto mai legittimato sotto il profilo parlamentare. In fondo, che il voto di ieri a sala d’Ercole fosse scontato, era già chiaro – e da tempo – a tutti gli osservatori. E non solo perché per raggiungere le 14 firme necessarie a presentare la mozione i grillini hanno trovato non poche difficoltà.

Il motivo vero è che anche tra le fila del centrodestra non tutti erano particolarmente convinti dell’urgenza di un voto anticipato ad un anno esatto dell’elezione a Presidente dell’ex sindaco di Gela. Un atteggiamento che non palesa un atavico attaccamento alla poltrona, come sarebbe facile pensare tra i pentastellati. Semmai una incertezza di fondo sulla geografia interna del centrodestra e della nuova Forza Italia in particolare.

Numeri alla mano, nonostante il centrosinistra abbia conquistato la Regione e due amministrazioni fondamentali come Catania e Palermo, il popolo dei “moderati” resta in Sicilia ancora maggioritario. Tuttavia, senza una strategia unitaria, quel medesimo capitale è letteralmente perso. Lo si è già visto con la sconfitta di Nello Musumeci alle presidenziali siciliane. La corsa dell’ex presidente della Provincia etnea è stata minata dalla guerra fratricida tra Angelino Alfano e Gianfranco Miccichè. Una disputa che parte da Palermo e che viene amplificata oggi a Roma dallo scontro frontale tra i falchi e le colombe del post-berlusconismo. Un dividi ed impera dunque totalmente alla rovescia, che ha come risultato immediato la paralisi di ogni mossa sullo scacchiere politico siciliano.

Intanto, però, il Presidente Crocetta spegne la prima candelina della sua era con la massima soddisfazione. E chi sono lo sarebbe, in fondo? La spallata grillina si è trasformata in un sostegno inconsapevole al centrosinistra. Una tappa utile a rinsaldare i vincoli di una maggioranza che sul piano programmatico resta, ancora oggi, sfilacciata. Se è vero infatti che il blocco formato dal Megafono, dall’Udc, da Articolo 4 e dai Drs è sempre più saldo allo corona del gelese; resta ancora aperta la lotta tutta interno al Partito Democratico tra lo stesso Rosario Crocetta, da un lato, e Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici, dall’altra. Una disputa che si risolverà soltanto (e forse) con la stagione dei congressi. I panni sporchi si laveranno in famiglia, dunque. E benché il Pd aveva tolto da sé il sostegno al governo regionale, di appoggiare i desiderata dell’opposizione, con una sfiducia improvvisata, beh… non se ne parla proprio. Pace fatta per ora. Ma le armi sono ancora in mano.

Fernando Massimo Adonia

Fernando Massimo Adonia su Barbadillo.it

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