Libri. Da Jan Palach a Bouazizi: i corpi infuocati come rivolta contro le oppressioni

C’è un filo rosso tra il sacrificio di Jan Palach nella Praga occupata dai sovietici e la morte di Mohamed Bouazizi, torcia umana in una Tunisia ante Primavera araba nella quale la polizia attuava una violenta repressione del dissenso? A questa domanda prova a dare una risposta l’antropologa dell’Università di Bari Annamaria Rivera con uno studio comparato che unisce l’analisi delle cronache dei suicidi nella costa nord del Mediterraneo con le tesi di Emile Durkheim e Maurice Halbwachs. Per la studiosa nei paesi del Maghreb le autoimmolazioni pubbliche “avvengono nel quadro di un sommovimento sociale e politico che conduce alla caduta di un regime dispotico o dittatoriale e continuano nel contesto di transizione”: rappresentano in pieno “una delle forme di conflitto sociale”. E questo stesso fenomeno, alimentato dalla crisi economica, si ripete anche in Europa e Italia, come nel caso dell’operaio Angelo Di Carlo, che si è dato fuoco davanti alla Camera per comunicare un messaggio di “rifiuto estremo” della precarietà. L’auspicio della Rivera è che questo tipo di conflitti sia mediato efficacemente dalla Politica in modo da “fare a meno di corpi che ardono nelle piazze”.

 

Annamaria Rivera

“Il fuoco della rivolta”, Dedalo Bari 2012, pp.194, euro 15

* dal Corriere del Mezzogiorno del 4 novembre 2012

Michele De Feudis

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