Il caso. Schiaffo della Bonino: “Sui marò non è accertata l’innocenza”. La bufera sul web

maro'«Non è accertata la colpevolezza, e non è accertata l’innocenza. I processi servono a questo». Così Emma Bonino, ministro degli Esteri, ha “rotto” il fronte innocentista sul caso dei marò italiani detenuti in India. Le parole di Bonino, scritte dallo staff del titolare della Farnesina, si trovavano all’interno di un dibattito aperto animato su facebook che si stava susseguendo nello spazio aperto per discutere della vicenda. Trovavano perché da qualche ora il post, a quanto pare, non si trova più nel profilo ufficiale del ministro (ci si arriva tramite questo link): e anche per questo motivo fioccano le polemiche.

Come era prevedibile, infatti, questo cambio di posizione del ministro italiano (finora, nonostante i tanti errori, la posizione del governo italiano era stata sempre all’insegna della non colpevolezza dei due militari italiani) ha suscitato un dibattito serrato sul social network e non solo. «Non ci sono né “se”, né “ma”, nemmeno tutte queste chiacchiere lei ha il dovere in quanto ministro della Repubblica di riportare a casa i nostri ragazzi che sono in India da una vita, si vergogni», si legge in un commento. «Credevo che si fosse innocenti fino a prova contraria – si legge in un altro – ma che il nostro ministero degli Esteri sia incapace e incompetente ne abbiamo le prove da mò».

A rispondere a Bonino è stato anche l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi: «Credo nella loro innocenza perché l’hanno affermata sin dall’inizio. Perché le nostre istituzioni pongono ora dubbi legittimando il processo in India?» . Terzi è poi tornato più volte sull’argomento, con alcuni tweet: «Il processo in India è illegittimo perché l’incidente è avvenuto fuori dalla giurisdizione indiana. Ovvio che occorre il processo, ma in Italia».

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