Itaca 2. Le destre? Ci vorrebbe Attila per spazzare via tutto e poi ripartire

Qualcuno ha fatto notare che tra i danni collaterali del pasticciaccio brutto del Consiglio regionale del Lazio c’è anche quello di aver minato la credibilità di Batman. «Dopo l’intervista alla madre di Fiorito, anche di Topolino. E se adesso confessa di leggere Tex, anche il nostro immaginario andrà in fumetto», ha commentato con amara ironia il giornalista e noto fumettologo Roberto Alfatti Appetiti, colonna culturale del Secolo e animatore del blog “L’eminente dignità del provvisorio”.

Si ride per non piangere. Oppure per non incazzarsi troppo, che fa male al fegato. Certo che se Omero tornasse in vita potrebbe anche chiedere i danni a quel genio che organizzava i festini in peplum, lui stesso vestito da Ulisse. Obbrobri kitsch a metà strada tra i toga-party universitari e i film sui gladiatori degli Anni Cinquanta. E noi che pensavamo di aver toccato il fondo del buon gusto con le “cene eleganti” di Arcore…

In questi giorni su giornali, siti, webmagazine, social network e blog è tutto un rincorrersi di analisi politiche sul dopo disastro (cioè l’implosione del Pdl e la progressiva scomparsa dell’area politica e culturale che una volta si chiamava non conforme), fra indignazione, delusione, smarrimento e incertezza sul futuro. Un’affettuosa pacca sulla spalla a chi ha ancora tempo e voglia di spremersi le meningi sulla “cosa nera”, quando invece l’unica analisi seria su sessant’anni di neo e post fascismo è riassumibile nel geniale aforisma (anonimo) che circola da qualche tempo su Facebook: “Le radici profonde non c’erano”. E chapeau a Tarchi, Solinas, Cabona e tanti altri che l’avevano già capito trent’anni fa. Anche se poi non seppero creare un soggetto politico di alternativo. O non vollero, o non ebbero la forza e la capacità di farlo…

Tuttavia c’è un’altra cosa che occorre sottolineare. Una responsabilità verrebbe da dire storica, che va ben al di là di quelle penali che sembrano emergere ai danni del Batman di Anagni e di altri fenomeni da baraccone di cui si parla in questi giorni. E si va ad aggiungere anche alle gravissime responsabilità politiche (leggersi il bel commento di Gabriele Adinolfi su NoReporter: http://www.noreporter.org/index.php?option=com_content&view=article&id=17990:o-bella-cia&catid=7:alterview&Itemid=13) di personaggi come Alemanno, Polverini, degli ex ministri Larussa, Gasparri e Matteoli e in generale di tutta la classe politica post-missina (ma pure post Forza Italia e leghista).

La responsabilità storica di questa classe politica che, ora possiamo dirlo con cognizione di causa, si è rivelata impreparata dal punto di vista amministrativo, disonesta sotto tutti i profili, fragile dal punto di vista morale, inesistente sul versante culturale e opportunista per quanto riguarda l’ideologia; è questa: con il suo comportamento dissennato e arraffone ha definitivamente gettato al vento la chance che si era presentata una ventina d’anni fa, dopo Mani Pulite, di rinnovare la politica italiana. Ma non solo. Dimostrando in modo persino disarmante la propria incapacità e rapacità, questa classe politica di centro-destra ha di fatto regalato il Paese a Monti e ai suoi compari. Cioè alla classe tecnocratica e politica espressione delle banche e dei poteri finanziari, quanto di più lontano e anti-nazionale esista rispetto ai valori (ahimè, ormai solo sulla carta) della destra post-missina e populista-berlusconiana. Perché, francamente, solo gli idioti col paraocchi oppure coloro che pensano di trarne un vantaggio personale potrebbero dare ancora credito ai soggetti summenzionati. Altro che Itaca: qui ci vorrebbe un Sansone in grado di far piazza pulita dei filistei. Meglio ancora un Attila che, scatenando la sua orda di unni, radesse al suolo i palazzi sontuosi di una Roma ormai all’ultimo stadio della decadenza e li ricoprisse di sale. Poi, distrutta ogni traccia della gramigna, se ne potrebbe riparlare. Anche perché le idee sopravvivono agli uomini. Figuriamoci agli omuncoli.

George Best

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